Coronavirus, Ricciardi frena: “Non capisco tutto questo ottimismo, per calcio e turismo serviranno tempi lunghi”.
Intervenuto ai microfoni de il Mattino, Walter Ricciardi (Oms) ha fatto il punto sull’emergenza coronavirus invitando tutti alla prudenza soprattutto in vista della famosa fase 2.
Coronavirus, Ricciardi: ‘Non capisco tutto questo ottimismo’
“Non capisco tutto questo ottimismo. Dobbiamo riflettere con attenzione sulla cosiddetta fase 2. La normalità ci sarà soltanto quando avremo un vaccino. Ora non si deve abbassare la guardia“, avverte Walter Ricciardi parlando dell’inizio della fase 2.
La fase 2 in Italia
Secondo Ricciardi i Paesi europei che hanno già allentato le misure restrittive stanno correndo dei rischi considerevoli, mentre la Cina sta vivendo il timore di una seconda ondata. In Italia si guarda alla data del 4 maggio per le prime riaperture.
“Vedremo dopo il 3 maggio e con molta prudenza. Poi, è chiaro, le decisioni le adotterà il governo, la comunità tecnico-scientifica darà delle indicazioni. Ma certamente non ci sarà il liberi tutti”,
“Potranno riaprire le fabbriche? Probabilmente sì se verranno rispettati determinati standard di protezione individuale e distanziamento. I modelli che stiamo studiando. E potremo andare in palestra o al ristorante? Si tratta di luoghi chiusi. Se per i ristoranti potrà essere fatta una valutazione con determinate prescrizioni di sicurezza, per le palestre credo sia più complicato”.
Ricciardi ha poi sollevato la questione dei trasporti, in particolare del trasporto pubblico locale.
“Credo che una riflessione accurata debba essere fatta sui trasporti, specie il trasporto pubblico locale. Migliaia di persone utilizzano questo sistema per spostarsi, per andare al lavoro. Certamente occorrerà adottare altre limitazioni”.
Coronavirus, Ricciardi: “Il calcio? Al momento non vedo le condizioni”
Nella fase conclusiva della sua intervista al Mattino Ricciardi ha parlato della ripresa dello sport e del calcio: “Allo stato attuale non ne vedo le condizioni. Il calcio è uno sport che prevede contatti fisici, emissioni di liquidi e sudore. Non mi sembra prudente. Poi, non dimentichiamo che gli atleti sono dei lavoratori, dunque bisogna mettere in atto adeguate misure di protezione anche della loro salute“.