Coronavirus in Italia, si valuta ad una ‘revisione’ delle libertà concesse alle Regioni per fronteggiare nel migliore dei modi il rischio della seconda ondata.
Il governo ragiona sul nuovo dpcm legato alla gestione dell’emergenza coronavirus e, oltre ad alcune restrizioni, potrebbe procedere con una stretta anche sulle libertà delle Regioni, che potrebbero essere private della possibilità di prendere provvedimenti meno rigorosi rispetto alle disposizioni valide a livello nazionale.
Coronavirus, meno libertà alle Regioni per fronteggiare il rischio di una seconda ondata
Dalle discoteche ai mezzi di trasporto passando per gli stadi, solo per elencare alcuni esempi recenti, negli ultimi mesi abbiamo assistito a qualche fuga in avanti da parte di qualche Presidente di Regione. Fughe in avanti che rendono la situazione nazionale decisamente meno chiara ed omogenea.
Per questo motivo il governo starebbe pensando di rivedere le regole del gioco concedendo ai Presidenti di Regione solo la possibilità di emettere disposizioni più rigorose, più severe rispetto a quelle adottate dal governo centrale.
Il nuovo aumento dei casi – considerevole aumento dei casi – potrebbe spingere il Governo a fare un passo indietro rispetto alle disposizioni dello scorso mese di maggio, quando di fatto ha dato alle Regioni il via libera per una gestione largamente autonoma della situazione.
Il possibile scontro con i Presidenti di Regione
Un passo indietro in tal senso aprirebbe un nuovo scontro tra il governo e le Regioni. E lo scontro sarebbe particolarmente acceso nelle Regioni che, con le elezioni, hanno confermato i Presidenti. Parliamo ad esempio della Liguria, del Veneto e della Campania, dove Toti, Zaia e De Luca sono stati confermati in maniera quasi plebiscitaria. Anche alla luce di una gestione dell’emergenza coronavirus, evidentemente ritenuta soddisfacente dai cittadini.
Un dpcm ‘prudente’
Dopo i considerevoli passi in avanti effettuati negli ultimi mesi, con il nuovo dpcm il governo dovrebbe procedere con una nuova stretta. Non rivoluzionaria, non paragonabile ai mesi duri dell’emergenza coronavirus ma comunque significativa. Con il trascorrere delle settimane prende forma il rischio di una seconda ondata impegnativa. Una seconda ondata che, se gestita male, potrebbe costringere il governo a prendere misure anche rigorose per contenere i nuovi contagi.