Covid, nuova impennata di casi. Il report della Fondazione Gimbe

Covid, nuova impennata di casi. Il report della Fondazione Gimbe

Coronavirus in Italia, il report della Fondazione Gimbe: aumentano i nuovi casi di Covid, i ricoveri e i decessi.

Aumentano del 42% circa i nuovi casi di Covid in Italia: lo evidenzia la Fondazione Gimbe nel report che analizza il periodo che va dal 15 al 21 dicembre.

Coronavirus in Italia, il report della Fondazione Gimbe

Nel dettaglio, tra il 15 e il 21 dicembre i nuovi casi di Covid sono aumentati del 42,3% rispetto alla settimana precedente. Nella settimana dal 15 al 21 dicembre i nuovi casi sono 177.257 rispetto ai 124.568 della settimana precedente.

Aumentano i decessi

Aumentano purtroppo anche i decessi che nei sette giorni in analisi sono aumentati del 33% rispetto al monitoraggio precedente. Si passa da 663 a 882 decessi registrati negli ultimi sette giorni.

In crescita i ricoveri in area medica e in terapia intensiva

Aumentano anche i ricoveri in area medica e in terapia intensiva. Nei reparti ordinari i ricoveri sono aumentati del 17%, mentre in terapia intensiva i ricoveri sono aumentati del 17,3% rispetto alla settimana precedente.

Terapia intensiva coronavirus

L’andamento della campagna di vaccinazione

Per quanto riguarda l’andamento della campagna di vaccinazione, nell’ultima settimana sono state somministrate 3,7 milioni di dosi di vaccino e cresce considerevolmente il numero di prime dosi soprattutto tra giovani. Si registra invece una battuta d’arresto per quanto riguarda le vaccinazioni tra gli over 12. Dell’importanza della somministrazione del vaccino in età pediatrica ha parlato anche Pierpaolo Sileri, il quale, numeri alla mano, ha ricordato che ad oggi si registra un decesso ogni diecimila casi tra i bambini.

L’analisi del presidente della Fondazione Gimbe

Secondo quanto evidenziato da Nino Cartabellotta, Presidente della Fondazione Gimbe, l’aumento dei nuovi casi di Covid è legato alla rapida diffusione della variante Omicron in Italia. Diffusione che al momento l’Italia non riesce ad intercettare attraverso una capillare attività di monitoraggio e sequenziamento.