Scontro tra la Cei e il Governo dopo il nuovo dpcm. “I Vescovi italiani non possono accettare questa decisione”.
ROMA – Scontro tra la Cei e il Governo dopo la conferenza stampa del premier Conte. Il presidente del Consiglio, annunciando il nuovo decreto, ha confermato la chiusura delle Chiese almeno fino al 18 maggio. Apertura solo per i funerali con un massimo di 15 persone che dovranno indossare la mascherina.
Il no da parte del Governo non è stato accettato dalla Conferenza Episcopale che ha parlato di “violazione della libertà di culto“. Possibile nei prossimi giorni un confronto tra la Cei e il Governo per provare una riapertura anticipata ma il parere del comitato tecnico-scientifico continua ad essere negativo.
La Cei contro il Governo sulla chiusura delle chiese
La chiusura delle chiese non è condivisa dalla Cei che in una nota, citata da Repubblica, attacca duramente Palazzo Chigi. “I Vescovi italiani – si legge nel comunicato – non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale“.
Si spacca la maggioranza
Sulla questione dell’apertura della Chiesa ci sono stati discussioni anche a livello della maggioranza con alcuni esponenti del Partito Democratico che non hanno condiviso la decisione del premier Conte.
“Credo che l’ammonimento della Cei sia giusto – ha detto Andrea Marcucci, capogruppo dem al Senato – non poter individuare ipotesi che prevedano il distanziamento sociale ma permettano le funzioni sembra incomprensibile. Spero che il Governo ci metta più attenzione“. La discussione potrebbe essere ripresa nei prossimi giorni per cercare di riaprire il prima possibile le Chiese e dare l’opportunità ai fedeli di ritornare nei luoghi di culto.
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