E’ scontro tra Regioni e il Governo dopo l’ultimo dpcm. Calabria e Umbria: “Premier responsabile della ‘fase 2′”.
ROMA – E’ iniziato lo scontro tra le Regioni e il Governo dopo l’ultimo dpcm. Le decisioni prese dal premier Conte (su pressing dei ministri Speranza e Boccia n.d.r.) non hanno convinti molti governatori pronti nel limite del possibile ad andare avanti da soli con provvedimenti che anticipano o si distaccano leggermente dalle linee guida indicate da Palazzo Chigi.
Liguria, Veneto e Lombardia anticipano le riaperture
Le prime a manifestare insoddisfazione per il nuovo decreto sono state Liguria, Veneto e Lombardia. Il governatore Toti ha deciso di eliminare il lockdown e anticipare le misure previste dal 4 maggio come correre, andare in bicicletta lontani da casa oltre che spostarsi per provvedere alla manutenzione di una barca o della seconda casa. Sulla stessa linea anche il Veneto mentre Abruzzo, Marche, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana e Alto Adige hanno deciso di dare la possibilità ai ristoranti, bar e pizzerie di attivare il servizio take-away e non solo a domicilio.
In Lombardia, invece, il presidente Fontana è al lavoro con il proprio comitato tecnico-scientifico per riaprire già da domenica prossima le chiese ai fedeli durante le celebrazioni liturgiche.
Santelli e Tesei: “Governo responsabile della Fase 2”
Critiche arrivano anche da Calabria e Umbria. In un lungo post su Facebook la governatrice Jole Santelli ha criticato la decisione di aprire al ritorno al Sud non solo per motivi di salute e lavoro ma anche per “domicilio, residenza e abitazione“. “Si rischia – ha detto l’esponente di Forza Italia – una grave compromissione delle misure di contenimento adottate fino ad ora“.
E la governatrice Tesei aggiunge: “Il Dpcm imbavaglia le regioni. Possono adottare solo restrizioni, non estensioni“.
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