Emergenza coronavirus, tutta Italia in zona Arancione per contenere la diffusione delle varianti del Covid?
L’Italia potrebbe diventare tutta zona Arancione, sulla falsa riga di quanto deciso per le vacanze di Natale, per contenere la diffusione delle varianti del Covid evitando però un lockdown duro, difficile da sostenere dal punto di vista economico e sociale.
Italia in zona Arancione per contenere la diffusione delle varianti?
Per contenere la diffusione delle varianti e per evitare un nuovo lockdown si ipotizza una soluzione intermedia, ossia il passaggio di tutte le Regioni in zona Arancione. Due o tre settimane di sacrifici per tutti per mettere la parola fine alla stagione delle aperture ad intermittenza, una strategia che al momento ha evitato al Paese una nuova chiusura totale ma che senza ombra di dubbio sta penalizzando i commercianti e sta disorientando i cittadini.
Fine settimana in zona Rossa?
C’è anche chi ipotizza, proprio come accaduto durante il periodo natalizio, il passaggio di tutta Italia in zona Rossa in occasione dei giorni festivi e prefestivi, quindi durante il fine settimana. Una decisione di questo tipo ovviamente comporterebbe una perdita considerevole per le attività commerciali e per il mondo della ristorazione. Il governo quindi dovrebbe procedere con ristori economici così come accaduto durante il Governo Conte Bis.
La situazione epidemiologica in Italia
La situazione epidemiologica sembrerebbe giustificare una soluzione di questo tipo. I dati mostrano una ripresa della circolazione del virus, confermata dalla crescita dell’indice Rt. L’Istituto Superiore di Sanità, in occasione della conferenza stampa del 19 febbraio, ha suggerito di limitare gli spostamenti e di rimanere a casa il più possibile.
Il divieto di spostamento tra le Regioni
In questo contesto, con ogni probabilità sarà confermato il divieto di spostamento tra le Regioni, in scadenza il prossimo 25 febbraio. Il divieto dovrebbe essere prorogato almeno fino al prossimo 5 marzo, data di scadenza del dpcm attualmente in vigore. A quel punto la parola passerà a Mario Draghi, che ha assicurato un coinvolgimento del Parlamento nella gestione dell’emergenza sanitaria.