Un’altra sentenza che fa discutere. Non si arresta l’onda sconvolgente della Corte Suprema degli Stati Uniti.
Dopo la sentenza che ha segnato una pagina nera nella recente storia degli Stati Uniti sull’aborto, la Corte Suprema emette un’altra sentenza shock. Un altro passo opposto a quello in cui si muove il mondo e l’amministrazione Biden. La sentenza ha tolto i poteri all’agenzia per il clima, in questo modo non permette al presidente di affrontare l’emergenza secondo i piani progettati.
L’America è spaccata sul piano della politica interna, se in politica estera sembra mostrare compattezza e unione, la politica interna mostra una frattura più che evidente. La Corte Suprema, composta a maggioranza da repubblicani scelti da Trump, dopo la sentenza che ha dato maggiore libertà sulle armi ora passa ad un altro argomento caro all’ex presidente: il clima. Biden stava facendo di tutto per riparare agli anni di negazionismo di Trump sulla questione climatica. Ma ora la Corte lega le mani al presidente.
La sentenza che blocca i poteri all’Epa
L’Environmental Protection Agency, era stato usato da Obama per ridurre le emissioni di gas passando dalle centrali a carbone alle rinnovabili. Ma ora il West Virginia che è un grande produttore di carbone ha fatto causa alla legge imposta da Obama e la Corte Suprema gli ha dato ragione. In questo modo il governo non può usare agenzie per prendere provvedimenti simili.
L’obiettivo della Corte Suprema è togliere sempre più poteri al governo federale e dare più potere ai singoli 50 stati. Per i giudici supremi, l’Epa non ha l’autorità per imporre degli standard di emissione alle centrali elettriche esistenti, e non può emanare norme per regolare le emissioni. I giudici conservatori voluti da Trump proseguono sulla linea dell’ex presidente che aveva fatto uscire gli Stati Uniti dagli accordi di Parigi sul clima.