Dopo due anni di restrizioni ritorna il corteo neofascista del 29 aprile in ricordo di Ramelli.
A pochi giorni dalla Festa della Liberazione, a Milano i neofascisti scendono in piazza per ricordare militanti neofascisti uccisi durante gli anni di Piombo. Il corteo di neofascisti in questa data ricorda l’omicidio di Sergio Ramelli, un militante di Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile del Movimento sociale italiano. A uccidere il ragazzo furono i militanti di estrema sinistra nel 1975.
Le forze di estrema destra CasaPound, Lealtà Azione, Forza Nuova hanno annunciato il corteo in commemorazione nella zona Città Studi. A questo corteo parteciperà anche Giorgia Meloni in visita a Milano e il sindaco della città Giuseppe Sala. Il sindaco ha risposto alle critiche dell’Anpi giustificandosi sostenendo che l’autorizzazione era arrivata dalla Questura. “Per me c’è una regola, che è quella data dalla legge e dalle decisioni del questore e del prefetto. Nel momento in cui loro autorizzano per me va bene” ha detto Sala.
L’Anpi ha ufficialmente criticato questo corteo. “E‘ inaccettabile che il 29 aprile si svolga un corteo di estrema destra in ricordo di Sergio Ramelli, Enrico Pedenovi e Carlo Borsani” visto che “negli anni trascorsi la manifestazione si è sempre caratterizzata con la esibizione di croci celtiche, saluti romani, chiamata del presente, con un forte richiamo nostalgico al passato militare e razzista del regime fascista” ha dichiarato il presidente milanese Cerati.
L’oltraggio dei neofascisti alla Memoria di Milano
Le indicazioni della Questura nell’autorizzazione del corteo sono state chiare come ogni anno: nel corteo non dovranno esserci marce, tamburi né soprattutto croci celtiche e vessilli fascisti o neonazisti e il saluto romano è vietato. Ma come ogni anno anche quest’anno ci si aspetta dai neofascisti il mancato rispetto delle regole durante la cerimonia. Come ricorda Cenati i partecipanti neofascisti non tengono conto di queste prescrizioni imposte dalla questura dichiarando un’aperta sfida alle leggi. “Il ripetersi della manifestazione neofascista nel corso degli anni ha costituito una vera e propria ‘chiamata ideologica’ e occupazione ‘militare’ dell’intero quartiere di Città Studi”, ammonisce Cenati.
Il presidente milanese dell’Anpi continua sostenendo che “Non è accettabile che, a pochi giorni dalla celebrazione del 25 Aprile, Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza, venga percorsa da una manifestazione di aperta apologia del fascismo, in contrasto con i principi sanciti dalla Costituzione repubblicana e con le leggi Scelba e Mancino. Chiediamo alle pubbliche autorità di impedire che la Memoria di chi ha dato la propria vita per la Libertà di tutti noi venga vergognosamente oltraggiata”.