Che cos’è il “Lodo Conte bis”, la riforma sulla prescrizione che ha spaccato la maggioranza. Netta distinzione tra condannati e assolti.
ROMA – La maggioranza si ‘spacca’ sul Lodo Conte bis. Il provvedimento che porta il nome di Federico Conte, deputato Leu, ha trovato d’accordo oltre il partito dell’esponente anche Pd e M5s. No dei Renziani che hanno annunciato battaglia in Parlamento e nelle piazze. Ma andiamo a vedere cosa prevede la riforma.
Cosa prevede il ‘Lodo Conte bis’
Il ‘Lodo Conte bis’ prevede una chiara distinzione tra condannati e assolti con lo stop del decorrere della prescrizione solo per i primi.
Entrando maggiormente nel dettaglio, per gli imputati non ritenuti colpevoli la prescrizione continua. Per coloro che sono stati condannati, invece, questa si ferma ‘solo’ dopo il primo grado mentre il processo va avanti. Una seconda condanna la blocca definitivamente mentre con una assoluzione la persona può recuperare i termini di prescrizione che erano rimasti bloccati. La grande novità riguarda proprio quest’ultimo passaggio, non previsto dalla legge Bonafede.
Il Consiglio dei ministri
Il Governo è al lavoro per cercare di trovare l’accordo sulla prescrizione in vista del prossimo Consiglio dei ministri sul processo penale. L’ipotesi più accreditata è che la legge sulla prescrizione venga modificata immediatamente con un decreto legge che al suo interno contenga il Lodo Conte bis.
Non è da escludere la possibilità di un inserimento nel Milleproroghe, attualmente in discussione alla Camera, anche se questa ipotesi è molto più remota.
Perché i renziani dicono di no?
Il blocco della prescrizione (definitivo) non piace ai renziani che vorrebbero ritornare ad una sospensione di 36 mesi e di conseguenza alla legge Orlando. Per questo Italia Viva chiede il rinvio della riforma Bonafede di un anno.
Il no apre due strade per Renzi e i suoi esponenti. Convincere la maggioranza ad approvare il lodo Annibali, atteso in Parlamento nei prossimi giorni, o appoggiare l’opposizione sulla legge del forzista Costa, che cancellerebbe del tutto la riforma Bonafede.