Morte della regina: cosa comporta all’economia britannica

Morte della regina: cosa comporta all’economia britannica

Quali sono le sorti dell’economia britannica in seguito alla dipartita della regina? Le stime sono tutt’altro che positive.

Con la dipartita della regina Elisabetta ll, dopo 70 lunghi anni di regno, sale al trono suo figlio, Carlo lll. Si tratta di una nuova era per la Gran Bretagna. La scomparsa della regina britannica però, comporta una serie di inevitabili cambiamenti, a partire dalla situazione economica. Il decesso della regina si è verificato in una situazione piuttosto particolare: l’addio di Johnson e l’arrivo di Truss, nonché una grave situazione di crisi economica.

L’ascesa al trono di Carlo lll giunge in un clima di grande incertezza economica, aggravata anche dai conflitti tra Russia e Ucraina. Si teme una recessione del Regno Unito. L’inflazione continua a dilagare, nella fattispecie al 10,1%. I rialzi sono del 20%.

Stando a quanti riferito dagli esperti economisti, “nel 2007 il Regno Unito era più ricco degli Stati Uniti. Il suo Pil pro capite era di circa $ 50.000. Ora, 15 anni dopo, il Regno Unito non solo ha ristagnato, è più povero di un quinto rispetto a 15 anni fa. Il suo Pil pro capite è più vicino a $ 40.000. Quasi sicuramente le cose peggioreranno”.

Il piano di Lizz Truss

Da parte sua, Lizz Truss sta elaborando un nuovo pacchetto di incentivi per sostenere i britannici con le bollette energetiche. Il piano costerebbe 100 miliardi di sterline alle casse dello Stato, e sarebbe in grado di aiutare a ridurre l’inflazione di 4-5 punti percentuali. Secondo gli economisti, il pacchetto potrebbe anche complicare il tentativo della Banca d’Inghilterra di contenere l’aumento spropositato dei prezzi.

In tutta questa situazione, la Brexit ha ancora delle ripercussioni sul bilancio nazionale. Tra le problematiche, la questione logistica per le merci e la mancanza di manodopera. Stando ad alcune analisi, “C’è una forte possibilità che il re Carlo III sarà il primo monarca britannico a pagare più di una sterlina per un dollaro o per un euro”.