Quali sono le conseguenze della chiusura di Nord Stream 1 e 2 per l’Italia e per il resto dell’Europa? Lo scenario è devastante.
Nord Stream è il gasdotto che trasporta il gas dalla Russia e rifornisce tutta l’Europa. Secondo l’intelligence, le perdite di gas nei gasdotti potrebbero dipendere dall’opera di sub o sottomarini. Nuove ipotesi arrivano da alcune fonti dell’intelligence occidentale in merito alla situazione dei gasdotti Nord Stream 1 e 2. Secondo alcune nuove teorie, le perdite di gas dei due gasdotti situati nel mar Baltico potrebbero essere correlate a delle esplosioni provocate da sommozzatori o da sottomarini.
La segnalazione arriva da alcune fonti dell’intelligence occidentale, che in questi giorni si sta occupando di monitorare la situazione nel dettaglio. Difatti, lunedì si è verificata una fuoriuscita di gas nel gasdotto Nord Stream. Si sarebbe verificato un “forte calo di pressione” nelle tubature dei gasdotti Nord Stream 1 e 2.
Ancora non è possibile stimare quanto tempo ci vorrà per riparare il gasdotto. Ma cosa comporterebbe all’Italia la momentanea chiusura del gasdotto? Il governo italiano ha messo in atto una politica di indipendenza dalle forniture russe dal gas, a causa dei tagli di Gazprom e per i danni ai condotti.
Cosa comporta la chiusura del gasdotto in Italia
L’Italia ha cambiato partner energetici, sostituendo il gas russo con quello di altri Paesi. Ad oggi, il paese da cui l’Italia importa più gas è l’Algeria. Nella fattispecie, il 29,6 per cento delle forniture arrivano dal gasdotto di Mazara del Vallo, il Transmed.
Nonostante ciò, il mercato italiano subirebbe comunque delle conseguenze, che anzi già ora si stanno facendo sentire. Difatti, il prezzo del gas è salito ancora dopo il calo registrato nelle scorse settimane. Tra i Paesi dell’Europa, la Germania riceve gas dalla Russia solo attraverso il gasdotto Yamal. Se anche quel gasdotto dovesse subire dei danni, ci sarebbero forti conseguenze socio economiche. Le aziende sarebbero costrette a de-localizzare per poter continuare la produzione. L’occupazione subirebbe una forte ricaduta.