Cosa prevede il decreto approvato dal Governo sull’Ucraina: ecco tutte le misure messe in campo dal premier Draghi.
ROMA – Il Governo ha dato il via libera ad un nuovo decreto sull’Ucraina. Si tratta di misure che hanno come principale obiettivo quello di provare ad aiutare il Paese in questo momento difficile e soprattutto cercare di mettere fine ad un conflitto che ormai dura diversi giorni.
Cosa prevede il decreto
Andiamo a vedere nei dettagli cosa prevede questo decreto. Per quanto riguarda la Difesa, il provvedimento contiene una norma che consente al ministro attraverso un decreto interministeriale di cedere all’Ucraina mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari. E’ prevista, inoltre, una deroga specifica ad alcune disposizioni vigenti.
Una parte del provvedimento riguarda anche l’Energia. In questo caso si autorizza, a scopo preventivo, l’adozione delle misure di aumento dell’offerta e/o riduzione della domanda di gas previste in casi di emergenza. La norma, inoltre, consente la possibilità di una riduzione del consumo di gas delle centrali elettriche attive.
Un passaggio di questo decreto riguarda sia i rifugiati che le università. Sul primo tema è stato deciso il rafforzamento della rete di accoglienza degli stranieri. Sul secondo, invece, è stato istituito un fondo da 500mila euro per finanziarie misure di sostegno per studenti, ricercatori e docenti ucraini affinché possano svolgere le proprie attività presso università, istituzioni per l’alta formazione artistica, musicale e coreutica ed enti di ricerca italiani.
Stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022
Il Governo, inoltre, ha dato il via libera allo stato di emergenza fino al 31 dicembre 2022. Si tratta di una misura che ha come obiettivo quello di assicurare soccorso e assistenza alla popolazione ucraina sul territorio nazionale in conseguenza della grave crisi internazionale in atto.
“Al fine di organizzare ed attuare gli interventi più urgenti – è precisato ancora nel comunicato stampa di Palazzo Chigi – sono stati stanziati 10 milioni di euro, a carico del Fondo per le emergenze nazionali“.