Locali, feste private e sport, la bozza del nuovo dpcm

Locali, feste private e sport, la bozza del nuovo dpcm

Cosa prevede la bozza del dpcm di ottobre. Chiusura dei locali alle 23, stop agli sport di contatto e alle feste private.

ROMA – Cosa prevede la bozza del dpcm di ottobre Le misure sono state discusse nella prossima cabina di regia tra Stato ed enti locali. L’ultimo passaggio prima del via libera definitivo.

Cosa prevede la bozza del dpcm di ottobre

Strette a bar, pub e ristoranti e stop agli sport di contatto e feste private. E’ questo in breve il testo del nuovo dpcm, visionato dall’AdnKronos.

Pizzerie, pub e ristoranti

Chiusura alle 23 e non alle 24 per bar, pub e ristoranti. Sarebbe questa la novità dell’ultima ora del dpcm. Le attività sono consentite “a condizione che le Regioni e le Province Autonome abbiano preventivamente accertato la compatibilità dello svolgimento delle suddette attività con l’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori“.

Feste private, congressi e fiere

Confermata l’ipotesi dello stop alle feste private. Nella bozza è presente anche il divieto ai congressi e alle attività che “si svolgono in sale da ballo e discoteche. Resta consentito organizzare cerimonie con la partecipazione di persone, nel limite di 30. Sono consentite le manifestazioni fieristiche […]“.

Sport

L’altro argomento delicato resta quello dello sport. Confermato lo stop a tutte le attività che prevedono il contatto tra i partecipanti (a livello amatoriale n.d.r.). Il Governo vorrebbe ridurre a 500 la capienza per gli impianti all’aperto e a 100 per quelli al chiuso. Ipotesi che, al momento, non sembra convincere le Regioni. Per quanto riguarda gli allenamenti, le sedute continueranno a svolgersi a porte chiuse.

Smart working

Confermata l’indiscrezione di ampliare lo smart working al 70% o 75%. Previsto anche “il rafforzamento del controllo sul territorio per assicurare il rispetto delle norme previste“.

Il via libera al dpcm

Il via libera al dpcm è atteso nelle prossime ore. Il premier Conte sperava di poter licenziare il decreto già nella serata di lunedì 12 ottobre 2020, ma il confronto con gli enti locali ha fatto dilatare le tempistiche..

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