Cosa si intende per ‘comprovati motivi di lavoro’? Ecco cosa bisogna scrivere sull’autocertificazione.
ROMA – Cosa si intende per comprovati motivi di lavoro? Questo termine è sempre stato presente sull’autocertificazione con le persone che hanno dovuto spiegare il perché della loro uscita in piena epidemia. Andiamo a vedere bene cosa significa questo passaggio.
Quali sono i comprovati motivi di lavoro?
La definizione di comprovati motivi di lavoro è semplice e viene data dalla circolare 6/2020 dei Consulenti del Lavoro.
“Le comprovate esigente lavorative non devono necessariamente rivestire il carattere della eccezionalità, urgenza o indifferibilità, potendole intendere riferite, alla luce di quanto emerge dalla norma e dai primi chiarimenti di prassi, alle ordinarie esigenze richieste dalle modalità attraverso le quali si è tenuti a rendere la prestazione lavorativa“.
Quindi, nessuna motivazione eccezionale ma semplicemente il tragitto casa-lavoro e viceversa. Per i riders naturalmente è prevista anche il tragitto per effettuare la consegna a domicilio. Se si dichiara il falso nell’autocertificazione si rischia una multa da 400 a 3000 euro più rischio di reclusione in caso di positività al coronavirus. Non sono previste particolari novità per quanto riguarda la nuova autocertificazione con questo passaggio che non dovrebbe vedere particolari novità.
La nuova autocertificazione
Il Governo potrebbe decidere di non cambiare l’autocertificazione rispetto al passato ma solo integrarla con l’inserimento del ritorno nella città di residenza o di domicilio. Per quanto riguarda i ‘congiunti’, invece, la parte da sbarrare dovrebbe essere quella di comprovate necessità precisando poi in basso chi si sta andando a trovare.
La norma resta molto complessa con Palazzo Chigi che nelle prossime ore è chiamato a chiarire meglio alcuni passaggi per non creare ulteriore confusione agli italiani ma anche alle stesse forze dell’ordine.
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