Costo orario del lavoro: l'Italia sotto la media Ue con 29,4 euro
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Direttore: Alessandro Plateroti

Costo del lavoro: l’Italia sotto la media Ue

euro e soldi con monete

I dati Eurostat 2022 parlano chiaro: Bulgaria all’ultimo posto come costo orario medio del lavoro (8,2 euro), Lussemburgo al primo posto (50,7 euro). L’Italia invece?

Recentemente Eurostat ha calcolato il costo medio del lavoro nei Paesi europei registrando un leggero aumento rispetto all’anno precedente. Osservando i dati salta subito all’occhio il grande divario che separa i primi e gli ultimi posti della classifica.

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All’ultimo posto troviamo la Bulgaria con un costo medio di 8,2 euro seguita da Romania con 9,5 euro. Il primo posto è occupato invece dal Lussemburgo che, con uno scarto di circa 40 euro, ha un costo medio del lavoro di 50,7 euro ed è seguito da Danimarca con 46,8 euro e Belgio con 43,5 euro.

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La media Ue e l’Italia

Il costo medio del lavoro nei Paesi europei è stato stimato a 30,5 euro, cresce a 34,3 euro se si considerano i Paesi dell’area dell’euro.

Il dibattito sul costo del lavoro in Italia è sempre attuale e suscita non poche polemiche. All’interno della classifica di Eurostat, l’Italia si posiziona circa a metà con un costo medio del lavoro pari a 29,4 euro, una cifra poco al di sotto della media europea ma comunque di 3-4 volte maggiore degli ultimi due posizionati. Si tratta di una cifra importante per il nostro Paese che soprattutto negli ultimi anni, affronta il problema della delocalizzazione industriale, con una manodopera che sempre più spesso viene spostata in quei Paesi dove il costo è di gran lunga inferiore a quello italiano.

Se si osservano poi i dati dei Paese vicini dell’Italia, si osserva che se andiamo in Germania il costo sale a 39,5 euro e a 40,8 euro in Francia. La situazione migliora per Spagna con 23,5 euro e per il Portogallo con 16,1 euro.

Che cosa influisce sul costo del lavoro?

Ma che cosa compone e determina il costo del lavoro? Da una parte i salari e dell’altra i costi non salariali.

I costi non salariali che comprendono ad esempio i contributi sociali dei datori di lavoro, determinano sul costo totale del lavoro per l’intera economia il 24,8% in Ue e il 25,5% nell’area dell’euro. In questo caso le percentuali più basse sono state registrate in Lituania e in Romania, con una percentuale rispettivamente del 5,4% e del 5,3%. La più alta si registra invece in Francia con il 32% seguita dalla Svezia con il 31,9% e dall’Italia al terzo posto con una percentuale di 27,8%.

Quali sono i lavoratori più costosi?

I più costosi sono i lavoratori dell’industria con un costo medio orario di 30,7 euro nell’Ue e di 36,6 euro per la zona dell’euro. Il settore industriale è seguito da quello delle costruzioni dove le cifre scendono a 27,3 euro e 30,8 euro. Tra i settori più costosi rientra poi il settore dei servizi con un costo di 30,2 euro e 33,3 euro.

Operai Industria
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I costi nel 2022 sono aumentati

Nel corso del 2022 si è registrato un aumento del costo del lavoro sia per quando riguarda la zona dell’euro sia per quanto riguarda l’Ue. Nel primo caso l’aumento registrato è pari al 4,7% per tutti i Paesi, nel secondo caso invece la percentuale è del 5% e anche qua per tutti i Paesi.

I Paesi che hanno registrato un incremento maggiore sono stati Bulgaria (+15,3%), Ungheria (+13,9%), Romania (+12,2%) e Polonia (+11,7%).

La causa dell’aumento potrebbe essere individuata nello stop progressivo dei sostegni introdotti nel 2020 e prorogati nel 2021 per aiutare imprese e lavoratori in seguito alle difficoltà causate dalla pandemia. Dunque secondo l’analisi Eurostat, l’eliminazione di questi regimi di sostegno, contribuisce positivamente all’aumento del costo orario del lavoro.

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ultimo aggiornamento: 17 Aprile 2023 15:55

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