I casi di Covid continueranno ad aumentare, Matteo Bassetti: “Fare il richiamo del vaccino prima di dicembre”.
E’ chiaro che con l’arrivo dell’autunno il livello di casi nei pazienti Covid sarebbe salito. Ma quest’anno a farci compagnia saranno soprattutto le nuove varianti di Omicron 5, con una capacità di contagio e diffusione maggiore. Inoltre, l’influenza stagionale non è un nemico da trascurare, motivo per cui Matteo Bassetti continua ad insistere con la vaccinazione sia contro il Covid, che per quella antinfluenzale.
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Matteo Bassetti, direttore della Clinica di malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova, invita a continuare la vaccinazione dopo aver assistito ai primi casi gravi di Covid. “Abbiamo iniziato a vedere tanta influenza in circolazione. Anche nella mia struttura abbiamo ricoverato i primi casi, devo dire pure abbastanza impegnativi”, spiega.
Più vaccinazioni, ma niente terrorismo
Siamo in autunno inoltrato e vengono a salutarci già le prime influenze stagionali. Quest’anno, l’influenza si prospetta molto più intensa e pericolosa, soprattutto per le fasce deboli e le persone anziane. Bassetti incita a continuare ad affrontare il problema come sempre: “Proteggendoci con le vaccinazioni sia per il Covid che per l’influenza, e dall’altra evitando di fare terrorismo”.
Riguardo i contagi da Covid, si prevede un crescente aumento nei prossimi mesi a causa delle sottovarianti di Omicron 5, Cerberus e Centaurus, che provocheranno un livello di contagio e diffusione maggiore. Nonostante la vaccinazione sia il primo punto su cui spingere la popolazione, è anche importante capire che il virus circolerà sempre, ma non per questo bisognerà approcciare alla situazione in maniera drammatica.
“Mi pare abbastanza evidente che, se a tutte le persone che entrano in ospedale facciamo il tampone, e a tutti quelli che hanno pochi sintomi facciamo il tampone, di positivi ne troveremo”, spiega Bassetti. “A questa fase ci dobbiamo approcciare spingendo ulteriormente sulle vaccinazioni, sulla dose di richiamo perché è ancora poca la percentuale di persone, soprattutto anziani over 70 e over 80, che non si sono ancora vaccinate. E sono quelli che in qualche modo preoccupano di più”, prosegue l’infettivologo.