Covid, Gimbe: “Piano scuola inadeguato”

Covid, Gimbe: “Piano scuola inadeguato”

Secondo la fondazione Gimbe il piano per la scuola non è adatto.

I contagi e le ospedalizzazioni per Covid continuano a scendere. Nell’ultima settimana dal 7 al 13 settembre i contagi sono scesi del 12,9%, i ricoveri in terapia intensiva dell’11,9%, quelli ordinari del 13,3%. Sono diminuiti anche i decessi (-14,3%). Questo emerge dal monitoraggio indipendente della Fondazione Gimbe. Il presidente Cartabellotta ha sottolineato che la discesa prosegue ormai da 4 settimane consecutive.

Oggi si viaggia intorno ai 15mila contagi al giorno. Il calo dei casi si registra in 18 regioni. Solo in 3 Regioni si verifica un minimo incremento (Provincia Autonoma di Bolzano +0,2%, Toscana +1,1%, Umbria +4%). Mentre sono 88 le province che registrano una diminuzioni di casi rispetto alla settimana precedente. In 19 province invece c’è stato un incremento. L’incidenza rimane sotto i 500 casi per 100.000 abitanti in tutte le Province.

covid

Il presidente contro il piano

Nonostante il clima positivo dell’andamento della curva epidemiologica, secondo Cartabellotta il tema della riapertura in sicurezza delle scuole “nel vortice della campagna elettorale non ha ricevuto l’attenzione necessaria.” Il presidente della fondazione Gimbe ha detto che “Il piano predisposto per l’anno scolastico 2022-23 appare inadeguato non tanto per le misure previste, quanto per le raccomandazioni spesso generiche e, soprattutto, per le eccessive responsabilità scaricate sulle scuole, prive delle necessarie risorse e competenze sanitarie.”

Per questo, “il rischio è quello di un impatto rilevante sulla circolazione virale e sulla salute pubblica, ma anche sui giorni di scuola perduti”. Nel piano ci sono grandi margini di soggettività, infatti «La valutazione dei sintomi viene di fatto affidata a genitori e personale scolastico, con impatto imprevedibile sia sull’assenteismo scolastico, sia sulla circolazione del virus» spiega Cartabellotta.

Secondo il fondatore di Gimbe non ha più senso decretare un raffreddore motivo di non frequenza della scuola da parte degli studenti. «A chi è affidata dunque la valutazione dello studente in una condizione clinica così sfumata e la decisione di effettuare, o meno, un tampone, visto che l’infezione da Omicron 5 spesso esordisce solo con lievi sintomi respiratori, proprio come la rinorrea?».