Il Covid è ancora una minaccia per i fragili, l’unica strada possibile è quella dei vaccini: arriva la proposta di Francesco Vaia.
Tra l’impennata di casi Covid e la minaccia delle polmoniti dalla Cina, l’Italia è ormai in costante allarme. Tra i pazienti che arrivano in ospedale affetti dal Coronavirus, la metà hanno un’età media di 77 anni: ma la campagna vaccinale tra gli ultra sessantenni ad oggi sembra essere “ferma al 4%“.
Francesco Vaia: “Open day nazionale per influenza e Covid”
Commentando l’aumento dei ricoveri da Covid del 32% secondo l’ultimo monitoraggio della Fiaso, Francesco Vaia, direttore della Prevenzione del ministero della Salute, ha chiesto venga istituito un open day da dedicare alle vaccinazioni contro l’influenza stagionale e SarsCoV2.
Per il professor Vaia, il profilo tipico del paziente ricoverato per Coronavirus oggi è quello di “una persona anziana con più patologie e non vaccinata”. Anche per questo, come sistema “dobbiamo essere allertati perché siamo in inverno. Rinnovo l’ invito alle Regioni, soprattutto chi fa più fatica, di mettere in campo per le vaccinazioni anche le farmacie oltre ai pediatri e ai medici di famiglia ma anche gli ospedali”, avverte.
Poi lancia la proposta: “Io sono stato l’inventore dell’open day nazionale sui vaccini anti-Covid all’Inmi Spallanzani di Roma, ora lancio la proposta per un open day nazionale per le immunizzazioni dall’influenza al Covid“. Il 30 novembre saranno consegnate 1,5 milioni di dosi di vaccino Novavax, poi inviate alle Regioni. Mentre il 4 dicembre ci sarà la consegna di 1,4 milioni di dosi.
Impennata di contagi: ma gli anziani non si vaccinano
In una sola settimana, i dati Fiaso evidenziano una crescita esponenziale dei pazienti Covid ricoverati negli ospedali aderenti alla Federazione, con un aumento del 32%.
L’arrivo della varante Eris, in particolare, sembra rappresentare la minaccia dominante per il nostro Paese, soprattutto tra i 77enni. Tuttavia, “la campagna di somministrazione della dose stagionale di vaccino anti Covid tra gli ultra sessantenni è ferma al 4%“.
Boom di polmoniti: “In Italia nessun allarme”
Per adesso, invece, l’epidemia di polmoniti che ha colpito la Cina nelle ultime settimane sembra non essere una minaccia in Italia. A dichiararlo è ancora il professor Francesco Vaia, che risponde alle domande sull’aumento dei casi di polmoniti pediatriche nei bambini in Cina, Francia e Vietnam.
“Dalla Cina e dalla Francia sono arrivate segnalazioni di un aumento di casi di polmoniti. L’Oms ha immediatamente riferito che non c’era bisogno di mettere in campo nessuna misura e ha detto che non sono necessarie misure di emergenza“, spiega all’Adnkronos Salute.
Poi conclude: “In Italia poi non c’è nessun allarme, i presidi terapeutici che abbiamo sono sufficienti per combattere queste polmoniti da micoplasma e virus respiratori. Ribadisco che non c’è nessuna mutazione del virus Covid o nuovo misterioso virus”.