Crisanti: “Impossibile prevedere forme più gravi del Covid”

Crisanti: “Impossibile prevedere forme più gravi del Covid”

Il virologo Andrea Crisanti ha parlato della pandemia di Covid-19, nonché delle parole di Bill Gates in merito alle nuove varianti.

La pandemia è un problema ancora attuale. Sebbene l’Italia e tutto il mondo stiano abbandonando lentamente le misure di contenimento del virus, i casi non raggiungeranno lo zero, sicuramente, entro la fine dell’anno. Dovremo imparare a convivere con il Covid, come del resto stiamo già facendo. Molti virologi stanno esprimendo pareri contrastanti in merito alla pandemia, alle misure di contenimento e alle nuove varianti del virus. Queste le parole del virologo Andrea Crisanti in merito all’argomento.

Le dichiarazioni del virologo

“Non si possono misurare queste cose”. Queste le parole del virologo Andrea Crisanti sull’allarme, lanciato da Bill Gates, il fondatore di Microsoft, secondo il quale “siamo ancora a rischio che questa pandemia generi una variante ancora più trasmissibile e ancora più fatale” e calcola “decisamente al di sopra del 5%” la possibilità che non abbiamo “ancora visto il peggio”.

Covid

La valutazione del guru dell’informatica, ha spiegato all’Adnkronos Salute il virologo Crisanti, “emerge dal fatto che in questo momento siamo di fronte a un processo evolutivo del virus che in qualche modo è spinto dalla necessità di trovare delle varianti che siano altamente trasmissibili e nello stesso tempo infettino persone vaccinate. Noi però – commenta l’esperto – quello che possiamo delineare sono i contorni di questo processo evolutivo. L’esito non siamo in grado di prevederlo. Non necessariamente si avvererà quel che dice Bill Gates, non è possibile fare previsioni”.

Riguardo il “caso di New York”, che sta vivendo un nuovo aumento dei contagi, a causa di una variante di Omicron, sebbene rimangano bassi i dati legati a ricoveri e morti, “dimostra che il vaccino funziona ed è questa la cosa più importante. Le mascherine? Non fanno miracoli. Nel senso che non proteggono a livello di popolazione ma chi le indossa, che è una cosa completamente diversa”.

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