Allarme siccità, l’avvertimento inascoltato lanciato dalla Ue
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Direttore: Alessandro Plateroti

Allarme siccità, l’avvertimento inascoltato lanciato dalla Ue

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Crisi climatica e allarme siccità: venti ricercatori europei a marzo avevano previsto le problematiche ambientali a cui stiamo assistendo.

Il caldo record di quest’anno supera di gran lunga la media stagionale di 24/25 gradi, arrivando sulla soglia dei 40 gradi. La siccità sta colpendo specialmente il Nord Italia. Il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, ha dichiarato che il governo sta adottando delle misure e “potenziando il monitoraggio sulla scarsità idrica”. Inoltre verrà attivato “un Tavolo politico istituzionale di alto profilo, per fare un quadro d’insieme delle misure a livello nazionale”. Secondo i rapporti pubblicati dalla Commissione europea, realizzati attraverso i dati di Copernicus, il sistema satellitare dell’Ue, si può constatare la gravità della carenza d’acqua nel bacino del Po.

Il report

In un documento intitolato “Siccità nel Nord Italia” si legge: “Per i prossimi tre mesi si prevedono condizioni più secche del normale per la maggior parte dell’Italia (e del Sud Europa in generale)”. Un titolo profetico, che trova le sue fondamenta nei dati ambientali riscontrati nell’ultimo periodo.

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Secondo i ricercatori dell’Unione europea, risultava “meno probabile che abbondanti precipitazioni” avrebbero portato “sollievo alla situazione attuale”. Un quadro che già all’epoca sollevava “preoccupazioni per gli impatti diffusi e simultanei” della carenza d’acqua. “All’inizio di marzo 2022 osservate condizioni di umidità del suolo più asciutte del normale sulla maggior parte del Nord Italia”. Sono queste le parole che si leggono all’interno del documento redatto con il report della situazione ambientale. Dati poco rassicuranti sul futuro climatico e ambientale del nostro pianeta.

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Il report continua: “Quasi nessuna precipitazione osservata in Piemonte da dicembre 2021” con “circa 40 millimetri da dicembre 2021 a febbraio 2022, contro un valore atteso di 160 millimetri”. E ancora: “Lo scarso accumulo di neve è stimato dall’indicatore Snow Water Equivalent con valori estremamente bassi nelle Alpi meridionali durante l’inverno”. Ma anche “la temperatura invernale più calda ha contribuito al ridotto accumulo di neve. Queste condizioni causano preoccupazioni per il contributo dello scioglimento della neve agli scarichi dei fiumi in tarda primavera, aumentando la probabilità di siccità idrologica nei prossimi mesi”.

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ultimo aggiornamento: 19 Giugno 2022 11:25

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