Crisi di governo, la conferenza stampa del leader di Italia Viva Matteo Renzi.
Matteo Renzi si ruba la scena e la luce dei riflettori con la conferenza stampa attesa per le ore 17:30 e poi slittata alle 18:00 nel corso della quale ha annunciato le dimissioni delle ministre di Italia Viva aprendo di fatto la crisi di governo.
Crisi di governo, la conferenza stampa di Matteo Renzi
Le ore che hanno preceduto la conferenza stampa di Renzi quindi sono state caldissime il senatore e leader di Italia Viva ha posticipato l’inizio di trenta minuti circa. Forse per motivi organizzativi, forse per completare le ultime frenetiche telefonate con i pontieri della maggioranza prima delle dichiarazioni alla stampa.
“Abbiamo convocato la conferenza stampa per comunicare le dimissioni di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. Siamo in momento difficili. Ci vuole coraggio e libertà per farlo, serve senso di responsabilità”, ha esordito Renzi.
“La crisi politica non l’ha aperta Italia Viva, è aperta da mesi. Se durante la pandemia non rispetti le regole della democrazia allora la democrazia non serve a niente. Se ci sono problemi non si risolvono su Instagram ma nelle sedi opportune. Nel confermare la fiducia al Presidente della Repubblica, pensiamo che si debbano affrontare i tre punti cardine che abbiamo scritto nella lettera inviata al Presidente del Consiglio”.
“Ci vuole coraggio a lasciare un ministero e a dimettersi. Se le forze politiche dell’attuale maggioranza hanno voglia di affrontare i temi che sono sul tappeto lo facciano ora. Ma non a parole. La democrazia ha delle forme, se qualcuno non le rispetta qualcuno deve avere il coraggio di dire che il re è nudo. I tre punti sono semplici: la prima questione è di metodo. Noi abbiamo combattuto perché non abbiamo voluto dare i pieni poteri. Non consentiremo a nessuno di avere pieni poteri. Chiediamo di rispettare le forme democratiche. Il secondo punto riguarda il merito. L’emergenza non può essere l’unico elemento che tiene in vita il governo. Bisogna sbloccare il governo, bisogna avere una strategia unitaria sulla strategia industriale. Siamo il Paese con il più alto numero di morti e con il peggior livello di Pil e con il maggior numero di giorni persi di scuola. Il terzo punto è sul Recovery fund. Non prendere il Mes per motivi ideologici è irresponsabile”.
“Voteremo a favore dello scostamento di Bilancio, saremo dalla parte del governo per quanto riguarda l’approvazione del decreto Ristori. Non siamo pronti ad essere come gli altri che fingono che va tutto bene. Andrà tutto bene se la politica farà il suo mestiere. Siamo pronti a dare una mano, a parlare di tutto con tutti. Stiamo dicendo che se c’è una crisi politica la si affronta nelle sedi istituzionali, ai tavoli politici“.
Renzi, “No al governo con la destra. Ora tocca a Conte”
“Non faremo mai, come ha scritto qualcuno, i ribaltoni e non daremo mai vita ad un governo con le forze della destra anti-europeista che abbiamo combattuto. Non abbiamo mai fatto accordi con Salvini e non mi sembra il caso di iniziare adesso”, ha dichiarato Renzi rispondendo alle domande dei giornalisti. “Tra l’indice di simpatia e l’indice di occupazione credo sia più importante la seconda”.
“Ora tocca al presidente del Consiglio decidere. Siamo disposti a parlare di tutto”, ha dichiarato Matteo Renzi rispondendo ancora ai giornalisti. “Siamo pronti ad andare avanti con questa maggioranza così come siamo disposti ad andare all’opposizione o a supportare un governo di scopo”.
“Se ci vogliono in maggioranza non ci devono considerare come segnaposto. Non siamo segnaposto. Non smetteremo di portare le nostre idee e i nostri contenuti. Se c’è da parlare si parla in Parlamento. Non credo al voto per la conformazione del Parlamento. In Italia si vota nel 2023″.
“Se c’è un’apertura politica vera si misura in Parlamento, non all’angolo della strada. Ci vuole un po’ di stile. Se vuoi fare un’apertura vera la fai sui contenuti”.
Gli ultimi passaggi prima della conferenza
Come anticipato delle ultime dichiarazioni del leader di Italia Viva e dei suoi esponenti al governo, come la Bellanova, con la conferenza stampa del 13 gennaio, organizzata in gran fretta, Renzi ha annunciato il passo indietro di Iv, che ritira la sua delegazione dalla squadra di governo.
Le ministre di Iv non hanno votato l’approvazione del Recovery plan in Consiglio dei ministri preferendo astenersi, ultimo segno di una frattura profonda. Nella giornata del 12 gennaio Palazzo Chigi ha chiuso le porte ad un terzo governo Conte con il sostegno di Italia Viva, facendo sapere che in caso di passo indietro da parte di Renzi sarebbe impossibile formare un nuovo governo con il sostegno di Iv. Una sfida di nervi tra Matteo Renzi e il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che secondo i bene informati in fondo non si sono mai particolarmente amati. E dopo mesi di schermaglie si arriva alla naturale conclusione del rapporto.
Nella mattinata del 13 gennaio il premier Giuseppe Conte ha incontrato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Parlando ai microfoni dei giornalisti, il Presidente del Consiglio ha fatto sapere di essere al lavoro sul patto di legislatura. Di seguito le dichiarazioni di Conte.
Sono quindi destinati a fallire gli ultimi tentativi dei pontieri, che negli ultimi giorni hanno lavorato senza sosta nel tentativo di scongiurare la rottura tra Renzi e Conte. Beppe Grillo, a poche ore dalla conferenza stampa del leader di Italia Viva ha evocato un patto tra tutti i partiti.