Il primo giorno del tavolo di maggioranza sulla crisi di governo si è concluso con la fumata grigia. Accordo più lontano?
ROMA – Il primo giorno di trattativa al tavolo di maggioranza convocato dal Presidente della Camera ed esploratore Roberto Fico si è concluso con una fumata grigia.
Dopo una lunga giornata di discussioni e incontri per arrivare alla stesura di un contratto di governo (o patto di legislatura o come preferite chiamarlo voi), alla fine le parti hanno deciso di sospendere i lavori e riprendere la discussione nella mattinata di martedì 2 febbraio.
La tensione su Mes e Reddito di cittadinanza
Una giornata dai due volti a Montecitorio. La mattinata di lavori era andata bene, al punto che ad ora i pranzo qualcuno ipotizzava la conclusione dei lavori prima di sera. Evidentemente però i temi caldi erano stati rimandati al pomeriggio, dopo i convenevoli del caso.
Al rientro nella Sala della Lupa, infatti, sono iniziate le discussioni sui grandi temi che da mesi dividono le forze di maggioranza.
Italia Viva ha contestato le intenzioni dei partiti di non stilare il documento al termine dell’incontro, ma solamente di stabilire delle linee guida in vista dell’incontro tra i leader dei partiti. Uno strappo che ha messo fine al clima di collaborazione. “Abbiamo sentito solo no – l’accusa dei renziani, riportati da La Repubblica – no al Mes, no alla Tav solo no […]. I 5 Stelle non possono pensare di lasciare tutto com’era. Serve discontinuità […]“.
Al no al Mes il Movimento 5 Stelle avrebbe accompagnato anche un grande sì al Reddito di Cittadinanza, che invece Italia Viva accantonerebbe molto volentieri.
Gli altri nodi da sciogliere
Oltre ai temi noti ci sono anche altri argomenti che dividono le forze di maggioranza. Renzi mette sul piatto la bicamerale per le riforme, il Movimento 5 Stelle ritira fuori dal mazzo carte come il salario minimo, l’equo compenso e la riforma elettorale.
Premier e Ministri
Nessuno ne vuole parlare e nessuno pensa che sia importante farlo (almeno stando alle dichiarazioni alla stampa), ma prima o poi al tavolo delle trattative dovranno uscire anche i nomi. Quello del premier e quelli dei Ministri. Pd e Movimento 5 Stelle convergono come noto sul Presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Inoltre l’idea del Partito democratico sarebbe quella di confermare Roberto Speranza e Gualtieri per dare continuità alla lotta all’emergenza coronavirus e ai lavori per il Recovery fund.
Notte di trattative per arrivare ad un accordo
Quella di martedì potrebbe essere una giornata decisiva. Il presidente Fico, infatti, è atteso al Quirinale nel pomeriggio per informare il Capo dello Stato sull’esito degli incontri. Il Colle potrebbe concedere qualche ora al Presidente della Camera, ma un rinvio del confronto tra Mattarella e Fico sembra decisamente improbabile.