Crolla il rublo, riunione della Banca centrale di Russia
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Direttore: Alessandro Plateroti

Crolla il rublo, riunione della Banca centrale di Russia

Vladimir Putin

L’economia russa viene trascinata in basso dal crollo del rublo: la Banca centrale interviene per limitare l’indebolimento della valuta.

Ieri il rublo ha toccato il minimo in 17 mesi contro il dollaro, evidenziando una perdita di quasi il 40%. Mentre il dollaro supera la barriera psicologica dei 100 rubli, l’euro è riuscito a sfondare quella dei 110 rubli. La Banca centrale interviene tempestivamente sui tassi d’interesse, intanto arrivano critiche dal Cremlino.

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L’intervento della Banca Centrale

Il crollo della valuta russa rappresenta per la Nazione una compressione dell’economia a causa delle sanzioni occidentali – a seguito della guerra in Ucraina – e un crollo dei guadagni delle esportazioni. Oggi è in programma la riunione straordinaria del board della Banca di Russia, con all’ordine del giorno una possibile decisione sui tassi di interesse.

L’istituto, guidato da Elvira Nabiullina, mira quindi a intervenire tempestivamente per limitare l’indebolimento del rublo che sta provocando un forte incremento dei costi sui finanziamenti. Una nota stampa riferisce infatti che il fenomeno monetario sarebbe dovuto alla “forte riduzione del surplus delle partite correnti”.

Le critiche del Cremlino

Volano le polemiche da parte del consigliere economico del presidente Vladimir Putin, Maxim Oreshkin, nei confronti dell’istituto centrale. “La causa principale dell’indebolimento del rublo e dell’accelerazione dell’inflazione è una politica monetaria morbida“, afferma Oreshkin in un’intervista all’agenzia Tass.

Poi aggiunge: “Un rublo debole complica la trasformazione strutturale dell’economia e ha un effetto negativo sul reddito reale della popolazione”.

L’andamento del rublo

D’altra parte, la Banca di Russia ha spiegato che l’indebolimento della moneta è provocato invece dalla forte riduzione del surplus delle partite correnti.

A pesare sarebbe soprattutto la riduzione dei prezzi di petrolio e gas, principale fonte di guadagno dall’estero, e un aumento delle importazioni. La valuta è crollata subito dopo l’invasione in Ucraina nel febbraio 2022, per poi risalire a giugno dello scorso anno, con l’aumento dei prezzi di petrolio e risorse naturali.

Da quel momento però, le economie europee si sono liberate dal petrolio e dal gas russi, importando invece di più da Stati Uniti, Canada e Norvegia.

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ultimo aggiornamento: 15 Agosto 2023 9:51

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