Crosetto e la proposta di un patto: ecco cosa intende

Crosetto e la proposta di un patto: ecco cosa intende

Il ministro Guido Crosetto propone un patto istituzionale tra politica e magistratura per porre fine al conflitto tra poteri dello Stato.

Negli ultimi anni, il rapporto tra politica e magistratura si è sempre più deteriorato, sfociando in una tensione costante che condiziona l’azione di governo, Crosetto commenta la situazione. Il conflitto tra questi due poteri dello Stato è un tema ricorrente della politica italiana, con momenti di forte scontro e accuse reciproche di ingerenza.

Guido Crosetto

Crosetto e la necessità di un patto istituzionale

L’ultimo caso che ha riacceso il dibattito è quello legato al rimpatrio del torturatore libico Almasri, che ha portato all’iscrizione nel registro degli indagati di esponenti del governo, tra cui i ministri Nordio e Piantedosi. L’episodio ha evidenziato, secondo alcuni esponenti della maggioranza, un utilizzo della giustizia a fini politici, riaprendo la discussione sul ruolo e sui limiti della magistratura rispetto all’esecutivo.

A farsi portavoce della necessità di una riforma del rapporto tra politica e magistratura è stato il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha lanciato una proposta destinata a far discutere. Secondo Crosetto, è necessario siglare un patto istituzionale per mettere fine a quella che definisce “la Guerra dei Trent’anni” tra governo e giudici.

“Serve un patto istituzionale tra politica e magistratura per far cessare la Guerra dei Trent’anni, modernizzare le strutture dello Stato e rendere l’azione del governo più rapida ed efficiente”, ha dichiarato il ministro in un’intervista a Il Corriere della Sera. Crosetto ha precisato di non riferirsi all’intera magistratura, ma a “pezzi di correnti che pensano che il potere legislativo ed esecutivo debbano essere sottoposti a una sorta di controllo e autorità morale che si sono auto-attribuiti, tenendo sotto scacco gli altri”.

Secondo il ministro, questa situazione mina l’equilibrio tra i poteri dello Stato e rallenta le decisioni dell’esecutivo, in un contesto internazionale in cui rapidità e capacità di reazione sono essenziali.

Il ritorno dell’immunità parlamentare?

Uno dei punti più controversi della proposta di Crosetto riguarda il ripristino dell’immunità parlamentare, un tema che in passato ha sempre diviso l’opinione pubblica. Il ministro ha rilanciato il dibattito affermando: “Bisogna tornare all’immunità parlamentare. Lo dico io che non sono parlamentare e non ne usufruirei, ma se la nostra Costituzione è considerata ‘la più bella del mondo’, perché quella è l’unica parte che è stata cassata? Era uno dei capisaldi dell’equilibrio tra poteri”.

Crosetto ha anche commentato il caso Almasri, sostenendo che sia solo “un piccolo pezzo del puzzle, pur clamoroso”, e che non esista “automatismo nell’iscrivere sul registro degli indagati un premier, ministri, un sottosegretario”, lasciando intendere che ci sia sempre margine di valutazione da parte dei magistrati.

Infine, ha espresso prudenza sulla separazione delle carriere, affermando che, sebbene sia un’ipotesi su cui si sta lavorando, potrebbe creare “caste ancora più chiuse e forti”, come sottolineato anche da Marcello Pera. Ma il nodo centrale per il ministro resta un altro: “Può un governo avere il potere di decidere in fretta, stando al passo con i tempi, sempre più rapidi, delle scelte? Lo fa Trump, ma anche autocrazie che oggi si muovono con disinvoltura e ci scavalcano. Possono decidere in un giorno, noi in tre anni”. Il tutto come riportato integralmente da affaritaliani.it

La proposta di Crosetto è destinata a infiammare il dibattito politico, aprendo una nuova fase di confronto su uno dei temi più delicati del sistema istituzionale italiano.