Crosetto si interroga sulle vere intenzioni della Russia e lancia un segnale d’allarme: cosa si nasconde dietro le ultime scelte militari.
Nella giornata del 2 giugno, Guido Crosetto aveva messo fine all’illusione di una “pace garantita per sempre”. Ora, in occasione della riunione ministeriale della NATO a Bruxelles, il ministro della Difesa torna a esprimere serie preoccupazioni, concentrandosi in particolare sulle scelte della Russia nel conflitto con l’Ucraina.

La permanenza dell’Italia nella NATO
Riguardo alla permanenza dell’Italia nella NATO, come riportato da Agenzia Nova, Guido Crosetto è stato netto: “Penso che non ci sia nessuno in Italia che pensa di poter uscire dalla Nato o dall’Europa in un momento come questo“. Ha anche affrontato il tema delle spese militari, definendo “impossibile” raggiungere ora il 5% del PIL richiesto dalla NATO, ma aprendo a un obiettivo del 3,5% entro il 2035.
Tuttavia, ha segnalato un ostacolo importante: “Non basta in teoria mettere i soldi a bilancio, non esiste una capacità produttiva ad esempio per sostenere gli investimenti“. L’industria della difesa, secondo il ministro, deve ancora adeguarsi alla nuova domanda: “C’è un tema anche industriale, di ritorno industriale degli investimenti di qualsiasi difesa“.
Le scelte della Russia preoccupano il ministro Crosetto
“A me non preoccupa la Russia in quanto Russia – perché non ho mai considerato la Russia una nazione nemica – mi preoccupano alcune scelte che vedo fare ultimamente“. Con queste parole, Guido Crosetto ha chiarito che la sua attenzione è rivolta non tanto alla nazione russa, quanto alla sua recente strategia militare.
Il ministro ha sottolineato come il passaggio da 400 mila a 1,6 milioni di soldati e l’innalzamento delle riserve a cinque milioni rappresentino il più grande dispositivo militare russo dalla fine della Guerra fredda. Questa decisione sembra non combaciare con la prospettiva di una pace con l’Ucraina, conclude: “Siccome la Russia non programma mai nulla per caso, mi chiedo a cosa servono“.