Crosetto e la difesa dell'Italia in caso di attacco
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Crosetto: la domanda sulla guerra che spaventa l’Italia

Guido Crosetto

Il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sullo spettro della guerra e la necessità dell’Italia di essere pronta in caso di attacco.

Ha preso spesso posizione riguardo alle vicende legate alla guerra in Ucraina e le trattative di pace portate avanti tra Russia e Usa. Adesso, il Ministro della Difesa, Guido Crosetto, ha avuto modo di intervenire alla Camera parlando dell’Italia e della necessità di farsi trovare pronti in qualsiasi momento in caso di attacco subito.

Guido Crosetto
Guido Crosetto – newsmondo.it

Il piano dell’Italia sulla difesa

“Nei prossimi mesi o anni le Camere dovranno decidere su un nuovo modello di difesa che preveda un aumento di organico, così la formazione, gli investimenti in difesa”, ha detto Guido Crosetto nel corso dell’audizione odierna alla Camera. “In questi giorni si sente spesso parlare di riarmo. Noi continuiamo a sostenere che l’interesse dell’Italia non è perseguire il riarmo ma costruire la difesa”.

Il Ministro ha quindi aggiunto: “Il nostro interesse è dare a questo Paese uno strumento di difesa efficiente e in grado di assolvere i compiti che la legge e la Costituzione dà alla difesa di un Paese. Oggi la mancanza di investimenti, che dopo la caduta del Muro sono scesi drasticamente, richiede una accelerazione, sia per il personale sia per formazione e investimenti”.

Crosetto: la domanda sulla guerra

Nel suo discorso, Crosetto si è posto una domanda molto importante che, in un certo senso, ha messo paura all’Italia. “Il ministro della Difesa non deve porsi la domanda di rispondere ogni giorno alle provocazioni giornalistiche, ma deve chiedersi: se l’Italia domattina subisse un attacco di tre ore come quello ricevuto da Israele sarebbe in grado di difendersi? Se la risposta è no, deve agire”.

In questa ottica, il Ministro ha ribadito di avere il compito di “impedire che quelle bombe cadano sulle città, sugli ospedali, sull’Italia”. Da qui il proseguimento del suo discorso: “Il tempo con cui deve rispondere, tre ore, sei ore, due giorni, un mese, è una risposta politica. Ma la necessità di rispondere ad un attacco di quel tipo non è un fatto politico, ma quello che deve fare il ministro della Difesa, qualunque sia la coalizione che lo regge […]. Ci sono paesi europei convinti che saranno in guerra tra due-tre anni: i baltici, la Polonia, agiscono come se la guerra fosse alle porte”.

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ultimo aggiornamento: 27 Marzo 2025 12:49

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