Cruciani: "Gli insulti mi galvanizzano, gli haters non esistono"
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Cruciani: “Gli insulti mi galvanizzano, gli haters non esistono”

Giuseppe Cruciani

La libertà di espressione, gli argomenti “off limits” e il suo spettacolo: Giuseppe Cruciani si racconta a 360° su vari temi.

Non solo lo spettacolo a teatro, Giuseppe Cruciani esce in libreria con ‘Via Crux – Contro il politicamente corretto’. Proprio il nuovo progetto è stata l’occasione per una lunga e interessante intervista al Corriere della Sera nella quale il conduttore de ‘La Zanzara’ ha affrontato diversi argomenti legati al suo modo di esprimersi liberamente e non solo.

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Giuseppe Cruciani
Giuseppe Cruciani

Cruciani, la libertà di parola e gli insulti

A parole, ma anche a fatti, Cruciani non ha tabù. Anche per questo, spesso, è soggetto a diversi insulti ai quali, va detto, anche nella sua trasmissione su Radio24, ‘La Zanzara’, risponde energicamente e liberamente. “L’insulto peggiore ricevuto? Servo della Meloni, lecchino, megafono delle destre, schifoso filoisraeliano. Ma gli insulti mi galvanizzano, perché ne riconosco l’origine”. E ancora: “Non per metterla sul piano alto, ma per dirla con David Parenzo che conduce con me, ogni giorno facciamo la colonscopia dell’Italia. Per esempio, abbiamo visto l’ascesa della Lega e poi di Giorgia Meloni prima degli esiti elettorali”.

E quando si parlare della libertà di parola e del suo libro, ‘Via Crux – Contro il politicamente corretto’: “Incarna il pensiero dell’uomo comune che si ribella al fatto che alcune cose non si possono più dire”, ha tenuto a sottolineare Cruciani.

La Zanzara e gli argomenti trattati

Da sempre contro il politically correct, Cruciani e la sua trasmissione ‘La Zanzara’ raccolgono alla perfezione tale essenza: “La cosa politically correct che detesto di più? Considerare le persone sulla base delle preferenze sessuali. A me non frega se uno è bisessuale, trisessuale, se fa le orge, lo valuto per quello che è e pensa. La catalogazione Lgbtq+ è un’aberrazione, lo dico da libertario, non da moralista di destra, eppure passo per omofobo anche se sono a favore di adozioni gay, utero in affitto e matrimonio gay uguale a quello etero”.

Tra i vari passaggi anche il focus sul fatto che Cruciani tenda a non dire “omosessuale”. Il conduttore ha spiegato: “Sono contrario al linguaggio inclusivo: se inizi a imporlo, niente sarà mai abbastanza inclusivo. L’idea di limitare il linguaggio è totalitaria. Mi fa paura chi dice che i social dovrebbero essere liberi dall’odio. Se non ti piace essere insultato, basta non leggere i commenti. Gli haters non esistono, hanno vita solo perché gli diamo importanza. E poi: gridare all’odio, ormai, è un modo per fare carriera e avere visibilità, io detesto chi costruisce carriere sostenendo di essere vittima degli odiatori”.

Alla festa di Luxuria…

Quando si parla di omosessualità, Cruciani non ha mancato di spiegare un aneddoto vissuto da più giovane: “Da ragazzo, a Roma, mi piacevano le serate del Muccassassina organizzate da Vladimir Luxuria, in cui immaginavi cose che succedevano nelle dark room. Ma vengo da una famiglia in parte papalina. Mio nonno Alfredo Rosati, cavaliere di cappa e spada, era nel cerimoniale del Papa. Una sera, al Muccassassina, ho avuto un’attrazione per un tipo alla Freddie Mercury, vestito di pelle, ci siamo scambiati sguardi, avvicinati, ma al dunque non ho concluso. Forse il nonno Rosati nella mia testa mi ha bloccato“.

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ultimo aggiornamento: 1 Luglio 2024 13:25

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