Giuseppe Cruciani, ospite di Paolo Del Debbio, analizza il No Meloni Day: tagli alla scuola come pretesto per la violenza.
Durante un talk-show su Rete 4, “4 di Sera”, Giuseppe Cruciani ha analizzato la situazione, offrendo una visione critica sulle motivazioni alla base delle proteste.
Il No Meloni Day ha portato in piazza migliaia di persone, coinvolgendo principalmente studenti e attivisti che hanno dichiarato di protestare contro i tagli alla scuola e per altre tematiche come il conflitto in Medio Oriente. Tuttavia, la giornata ha assunto toni di violenza, con scontri che hanno interessato diverse città italiane e che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine.
Il giudizio di Cruciani sui tagli alla scuola
Secondo Giuseppe Cruciani, la tematica dei tagli alla scuola è stata usata come un pretesto per giustificare gli atti violenti e le tensioni sociali. In studio, ha dichiarato: “Faccio fatica a capire come non si riesca a comprendere un fatto molto semplice. Da quando sono andato a scuola e ho fatto l’università, sento parlare di manifestazioni per i tagli. Sgombriamo il campo da questa idiozia: ogni volta gli studenti protestano per un taglio alla scuola. Oggi è stato un pretesto per scatenare in piazza la violenza. Questo è il fulcro delle manifestazioni”.
Cruciani ha sottolineato come questa narrativa si ripeta frequentemente e serva solo a mascherare intenti più aggressivi e destabilizzanti.
La violenza contro la polizia e il ruolo delle proteste
Le immagini degli scontri tra manifestanti e forze dell’ordine hanno sollevato numerosi interrogativi, specialmente per l’atteggiamento di alcuni giovani manifestanti. Cruciani ha espresso il suo sgomento per quanto accaduto: “Quelle sono un pretesto per attaccare la polizia. Mi hanno impressionato le immagini di ragazzi giovani che battevano fortemente i pugni sulle macchine della polizia. In qualsiasi altro Paese, una cosa del genere non è consentita. Ai poliziotti è impedito di reagire alle violenze sul proprio corpo e sui propri mezzi: è una vergogna!”.
Per il conduttore de La Zanzara, la vera questione non riguarda solo le rivendicazioni sociali o scolastiche, ma il modo in cui la violenza viene utilizzata per delegittimare le forze di sicurezza.