I dati di Unimpresa sui lavoratori in cassa integrazione Covid: prevista la decurtazione dell’80 per cento della tredicesima.
ROMA – Sono stati resi noti i dati di Unimpresa sui lavoratori in cassa integrazione Covid. Secondo l’ultimo rapporto, la tredicesima dovrebbe essere decurtata fino all’80%. Il contributo orario di 4 euro, infatti, comprende la retribuzione di Natale.
Numeri che saranno confermati nei prossimi giorni, ma le prime indiscrezioni non consente di essere ottimisti per il futuro. Si spera in una ripartenza nel mese di gennaio per consentire una ripresa dell’economia e dei consumi nel nostro Paese.
Assi (Unimpresa): “Il sussidio alle famiglie non è a carico dello Stato”
Il rapporto è stato commentato da Giovanni Assi, consigliere nazionale di Unimprese. “Le nostre aziende, con la fine dell’anno, quando si siederanno per tirare la linea di questo terribile 2020, scopriranno quello che nessuno gli ha mai realmente detto ovvero che oltre all’imposizione decisionale in casa propria, cioè il divieto di licenziale, vi è anche l’imposizione di sostenere dei cosi perché il sussidio alle famiglie in realtà non è a carico dello Stato. Questo è confinanziato in maniera robusta dalle nostre imprese che da ormai nove mesi non riescono a riaprire neanche le loro porte“, le sue parole riportate dall’Agi.
Blocco licenziamenti
Da parte di Unimpresa dubbi anche sul blocco licenziamenti. Secondo l’associazione, la misura è controproducente sul piano economico. I lavoratori avrebbero preferito il sussidio già esistente come la Naspi. Un provvedimento che garantisce un assegno mensile pari al 75% della retribuzione, mentre la cassa integrazione solamente 50%. L’altra differenza riguarda il pagamento. La Naspi viene data con regolarità ogni mese, la Cig Covid, invece, in questo periodo ha avuto dei ritardi di 4-5 mesi.
Numeri destinati ad essere rivisti nelle prossime settimane. La misura del blocco dei licenziamenti, infatti, ha la scadenza il 21 marzo e non si esclude una proroga fino all’estate.