Ddl sul Codice rosso di nuovo in Aula. Approvato all’unanimità il provvedimento sul Revenge porn, Lega e Movimento Cinque Stelle divise sulla castrazione chimica.
Dopo l’inaspettato stop in occasione della prima discussione in Aula, il Parlamento trova l’accordo sul revenge porn nel corso delle discussioni sul ddl Codice rosso, il pacchetto di norme per la tutela delle donne.
Revenge porn, sì della Camera con 461 voti a favore e nessuno contrario
La Commissione, ammonita quasi una settimana fa da Giuseppe Conte, ha dato il via libera al provvedimento.
Il provvedimento accettato dalla Commissione prima dell’analisi dell’Aula prevede che prevede che chiunque invii, consegni, ceda, pubblichi o diffonda immagini o video di organi sessuali o a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e la multa da 5000 a 15000 euro.
Dopo la protesta furente di Pd e Fi, che sei giorni fa avevano quasi occupato l’Aula in segno di protesta, la Camera ha approvato il provvedimento sul revenge porn (che cos’è) con 461 voti a favore e nessuno contrario. Tutti in piedi i parlamentari del Partito democratico e di Forza Italia che hanno accolto il risultato con un caloroso applauso liberatorio.
Scontro Lega-Movimento Cinque Stelle sulla castrazione chimica
Tiene il fronte pentastellato sull’emendamento sulla castrazione chimica presentato dalla Lega. Il tema della castrazione chimica, come sottolineato da Matteo Salvini, non fa parte del governo e non sarà presentato in consiglio dei ministri, delegando quindi la scelta solo alla scelta dell’Aula