Le retribuzioni dei lavoratori italiani avranno un aumento mensile di circa cento euro, ma la novità non sarà per tutti.
Con il taglio del cuneo fiscale inserito nel decreto Lavoro approvato ieri 1° maggio, le buste paga degli italiani diventeranno più pesanti. Ma l’intervento del governo Meloni arriverà a suo tempo e non riguarderà tutti. Scopriamo quindi a chi è dedicato il provvedimento e perché.
Il taglio del cuneo fiscale
Il cuneo fiscale è la differenza tra quanto un datore di lavoro paga per un dipendente e quanto il dipendente effettivamente ha in busta paga al netto delle tasse e dei contributi previdenziali. Con il deficit del Def, il governo potrebbe coprire il taglio del cuneo fiscale che assorbe circa 4 miliardi.
Il taglio si porta fino al 7% per chi guadagna massimo 25mila euro e l’introduzione del cosiddetto Assegno di inclusione, e fino al 6% per i redditi di massimo 35mila euro. Il ministero dell’Economia ha quindi stimato un aumento in busta paga di 100 euro mensili in media.
In poche parole, per un lavoratore con 25mila euro di retribuzione il taglio complessivo vale 96 euro al mese, mentre chi ha un reddito di 35mila euro il vantaggio mensile è di 99 euro.
A chi è rivolta la misura?
La misura quindi è solo per i redditi più bassi, ed è a tempo, ovvero che vale dal prossimo luglio a dicembre. Se non sarà rinnovato, da gennaio 2024 si tornerà al taglio del cuneo del governo Draghi di due punti, mentre i lavoratori beneficeranno della tredicesima.
Il suo rifinanziamento costerebbe al governo circa 12 miliardi, un costo significativo a meno di non assorbire lo sconto sul cuneo nella riforma dell’Irpef che dovrebbe scattare anche questa dal prossimo primo gennaio.
Lo sconto di 2 punti percentuali è stato rafforzato, “adesso lo abbiamo più che triplicato per i lavoratori che guadagnano fino a 25mila euro all’anno e più che raddoppiato per quelli che ne guadagnano fino a 35mila”, sottolinea il ministro Giorgetti.