Decreto Rave: tutte le modifiche
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Direttore: Alessandro Plateroti

Decreto Rave: tutte le modifiche

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Dal decreto Rave arriva la retromarcia: via il riferimento all’ordine pubblico e al numero di partecipanti. Tutte le modifiche.

Alla commissione Giustizia del Senato si è concluso l’esame dei 90 emendamenti presentati al decreto anti-Rave. Ammesso anche l’emendamento di Forza Italia che prevede la cancellazione dei reati contro la Pubblica Amministrazione dall’elenco di quelli ostativi, cioè quelli per i quali non sono previsti i benefici penitenziari. Il decreto ora sarà in aula al Senato il 12 dicembre.

La nuova versione del decreto è passata a maggioranza e non specifica il numero di partecipanti, soglia massima prima fino a 50 persone, e separa la responsabilità tra promotori e partecipanti. Resta invariata però la pena massima di sei anni. Il parlamento introduce così nell’ordinamento l’articolo 633-bis. Il provvedimento riscritto passa grazie al passo indietro e la cancellazione di alcune norme ritenute troppo severe e che rischiavano di sfociare nell’incostituzionalità e nell’applicazione di altri ambiti.

Le critiche al decreto di fine ottobre erano arrivate dall’opinione pubblica e dall’opposizione. Il Pd aveva definito “un obbrobrio giuridico che va cancellato perché rimette in discussione la libertà dai cittadini”, ma anche dall’interno della stessa maggioranza in particolare Forza Italia. Dal partito di Berlusconi era arrivata la proposta ceh eliminava il carcere del tutto e lo sostituiva ad una maxi multa da 200mila euro.

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Il testo riscritto perde molti elementi vaghi e rischiosi

La norma era stata bocciata sia da giuristi che da costituzionalisti perché partiva da una terminologia sbagliata perché troppo vaga e generica che rischiava di estendere la sua applicazione non solo ai rave ma anche ad altri tipi di raduni come manifestazioni e scioperi. Mentre Meloni, così come il ministro Nordio, aveva aperto a modifiche. Il vicepremier Salvini la cui ossessione restano gli Interni, aveva annunciato che “dietro non si torna”.

Il testo ora è depotenziato tranne che per il massimo della pena che si applica solo a chi promuove e organizza l’invasione dei terreni e edifici altrui per realizzare un raduno musicale. Questo reato avviene in presenza di un pericolo per la salute e l’incolumità pubblica. Sparisce quindi il riferimento all’ordine pubblico e c’è il riferimento invece alle sostanze stupefacenti. La norma prescrive inoltre la confisca “delle cose che servirono o furono destinate a commettere il reato” e “delle cose che ne sono il prodotto o il profitto”.

Cambia pure il reato di riferimento: non più il 434 del codice penale, ossia quello che punisce il “crollo di costruzioni o altri disastri dolosi”, ma l’ articolo 633 che riguarda “l’invasione di terreni o edifici”.

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ultimo aggiornamento: 7 Dicembre 2022 11:49

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