Nello stomaco di Diana Pifferi, la bambina morta di stenti in casa, sono state trovate tracce del pannolino che indossava.
L’autopsia sul corpo di Diana Pifferi, la bambina abbandonata dalla madre e morta di stenti, ha portato a galla tracce di pannolino nello stomaco. Potrebbe essere lo stesso che la piccola si è tolta da sola prima di morire. Accertato l’utilizzo di benzodiazepine e si ipotizza anche una morte per disidratazione a causa del caldo e dell’assenza di condizionatore.
L’autopsia
Le indagini sul corpo di Diana, la piccola di 18 mesi morta di stenti dopo essere stata abbondata in casa dalla madre per una settimana, riportano ad alcune verità. Alessia Pifferi sta tutt’ora scontando la sua pena carceraria, mentre la sua legale Solange Marchignoli aveva affermato: “Diana è morta forse per disidratazione”.
In un primo momento gli inquirenti avevano supposto che Diana fosse vittima di violenze sessuali messe in atto dal compagno di Alessia Pifferi, ma le prove sul corpo della piccola hanno accantonato subito l’ipotesi. Ciò che emerge invece dagli ultimi risultati dell’autopsia, sono le tracce di pannolino trovate nello stomaco di Diana.
Potrebbe essere lo stesso che è stato trovato accanto al suo cadavere, nel momento del ritrovamento dei Carabinieri, dopo che Diana se lo sarebbe tolto. Inoltre, la bambina sarebbe morta per disidratazione (come presupponeva anche la legale di Alessia), date le alte temperature presenti la settimana della tragedia. Resta indubbio l’esistenza delle tracce di benzodiazepine trovate sui capelli della bambina.
Respinta la richiesta della difesa
Il giudice ha inoltre respinto gli accertamenti, richiesti dagli avvocati difensori di Alessia Pifferi, sulle due tazzine di caffè trovate in cucina perché ritenuti “inutili e dispersivi”. Secondo la difesa quelle tazzine potevano dimostrare che, nelle ore prima della morte di Diana, in casa ci fosse stato qualcuno. Il 30 gennaio si svolgerà l’incidente probatorio con la chiusura definitiva delle indagini.