Diana, tranquillante nel biberon della bimba abbandonata in casa

Diana, tranquillante nel biberon della bimba abbandonata in casa

In attesa per l’esame tossicologico per stabilire se la madre ha somministrato a Diana un tranquillante mischiato col latte nel biberon.

Il caso della bambina abbandonata e morta di stenti è ancora aperto. Bisognerà aspettare ancora un mese per l’autopsia della piccola Diana. L’esame rivelerà se la madre ha mischiato con il latte del benzodiazepine avvelenando la figlia prima di andare dall’attuale fidanzato. In attesa degli esiti degli esami sul corpo della piccola, Alessia Pifferi lascia delle dichiarazioni scritte in una lettera.

Polizia locale

Le indagini

La bambina di 18 mesi abbandonata dalla madre per una settimana e ritrovata senza vita nell’appartamento a Milano. La madre 37enne, Alessia Pifferi, avrebbe lasciato la casa per sei giorni senza curarsi di sua figlia, per recarsi dal fidanzato che non era a conoscenza di quanto stava accadendo.

La donna, in carcere dal 21 luglio scorso, risponde di omicidio volontario. La bambina è morta di stenti, senza mangiare né bere. Alessia avrebbe chiesto al padre di Diana il riconoscimento di sua figlia per poter ottenere l’assegno di mantenimento. Nel momento della scoperta dell’identità dell’uomo, la Procura accerta la sua innocenza sul fatto.

Ci vorranno almeno trenta giorni per i risultati degli esami sul corpo della piccola: gli esiti dell’esame autoptico era stato fissato per la fine di settembre, ma nelle scorse ore è stato prorogato. Gli esami stabiliranno se la madre ha somministrato a Diana un tranquillante a base di benzodiazepine, mischiato al latte nel biberon.

Intanto la donna, dal carcere, invia una lettera al programma “Quarto Grado” in cui descrive la sua vita e il suo matrimonio. In una parte del testo, Alessia si pente anche su quanto avvenuto dichiarando di voler tornare indietro per riuscire a non avere sua figlia. Smentisce anche di avere detto che la figlia fosse un peso nella sua vita. Dichiara: “Vorrei proprio sapere chi l’ha detto e perché. Io ho semplicemente detto che è molto più difficile fare una propria vita con un figlio piccolo, ancora di più essendo una ragazza madre”.

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