Processo Ruby Ter, Luca Risso: “Karima mi chiese 160mila euro”

Processo Ruby Ter, Luca Risso: “Karima mi chiese 160mila euro”

Luca Risso ha rotto il silenzio durante il processo Ruby Ter spiegando che Karima gli aveva chiesto 160mila euro come buonuscita. Si aggiungono nuovi tasselli alla vicenda.

Sono dichiarazioni spontanee quelle fornite in aula da Luca Risso, uno degli imputati nel processo Ruby Ter ancora in atto. L’accusa rivolta a Risso è quella di riciclaggio di denaro dato a Ruby da Silvio Berlusconi. “Karima mi ha chiesto una buonuscita di 160mila euro” ha spiegato l’imputato. Risso ha aggiunto che 100mila sarebbero stati chiesti dalla donna per se stessa mentre 500 euro al mese sarebbero serviti per la figlia di 10 anni.

La richiesta di denaro in questione sarebbe avvenuta nel marzo del 2014 quando Karima si è recata in Messico improvvisamente senza che Luca Risso, stando a quanto da lui dichiarato, ne sapesse niente. A detta dell’uomo il tentativo della donna era quello di una riappacificazione che però si è conclusa in un nulla di fatto.

Tra i due in quell’occasione le cose sono precipitate: Luca Risso parla di tv rotta e dei vicini costretti a chiamare le forze dell’ordine. L’uomo racconta una reazione furibonda di Karima che non ci ha visto più. La richiesta di denaro che la donna avrebbe fatto a Risso è stata trascritta dall’uomo su un biglietto che hanno trovato a Ruby. I presunti soldi chiesti da Karima sarebbero una concessione in cambio delle quote della donna nella società messicana fondata con altri.

La nuova vita di Luca Risso

Nonostante il processo effettivo e mediatico che vede coinvolto Luca Risso l’uomo è riuscito a costruirsi una nuova vita. Ad oggi è socio di quattro ristoranti in Messico ed è padre di altri due figli avuti con la nuova compagna. Durante le dichiarazioni spontanee Risso non ha nascosto i tanti ostacoli e problemi incontrati nel dover ricominciare lontano da Genova.

L’uomo ha inoltre parlato di una lettera rivolta a Silvio Berlusconi finita tra gli atti del processo. A detta di Risso tale lettera, dal titolo “Caro Presidente”, sarebbe stata scritta da suo padre. Definita frutto di una ricostruzione fantasiosa, secondo Luca Risso ha diverse incongruenze e imprecisioni.