Basentini si dimette da capo del Dap dopo le polemiche sulla scarcerazione dei boss. Salvini: “Bonafede primo responsabile”

Basentini si dimette da capo del Dap dopo le polemiche sulla scarcerazione dei boss. Salvini: “Bonafede primo responsabile”

Dimissioni Basentini da capo del Dap dopo le polemiche per la scarcerazione dei boss.

ROMA – Sono arrivate le dimissioni di Francesco Basentini da capo del Dap. Il dirigente ha deciso di fare un passo indietro dopo le polemiche sulle scarcerazioni dei boss che lui stesso in un incontro con Bonafede ha definito “strumentali e totalmente infondate“.

Critiche che “fanno male al Dipartimento” e proprio per questo Basentini ha preferito rassegnare le proprie dimissioni che diventeranno ufficiali sabato 2 maggio 2020. Il ministro Bonafede, come precisato dal Corriere della Sera, ha ringraziato del lavoro svolto il dirigente e presto potrebbe eleggere il suo successo.

Nino Di Matteo il favorito per la successione di Basentini

Il Ministero di via Arenula ha iniziato tutti i contatti per nominare il successore di Basentini. Il favorito sembra essere Nino Di Matteo anche se in corsa ci sono anche Catello Maresca (pm antimafia napoletano) e Giovanni Melillo (ex capo gabinetto di Andrea Orlando).

Profili importanti con il magistrato siciliano leggermente avanti agli altri due anche per la nomina di Roberto Tartaglia come vice capo al Dap. Quest’ultimo, che ora prenderà le redini del Dipartimento, è molto vicino a Di Matteo.

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Matteo Salvini chiede le dimissioni di Bonafede

Le dimissioni di Basentini sono state commentate sui social anche da Matteo Salvini. Il leader della Lega precisa che il passo indietro del dirigente “non basta a cancellare quanto successo in poche settimane tra carceri in rivolta, morti, evasioni e perfino mafiosi e assassini usciti a decine di galera. Il ministro Bonafede è il primo responsabile: dimissioni“.

La Procura Antimafia deciderà sulle scarcerazioni

La questione delle scarcerazioni ha aperto un dibattito anche all’interno della maggioranza. Nell’ultimo Consiglio dei ministri si è deciso di dare l’ultima parola alla Procura Antimafia che dovrà valutare la richiesta avanzata dai detenuti.

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