Facilmente reperibile online, il disco orario automatico può essere utilizzato solo per segnalare l’inizio della sosta; in caso contrario, si configura il reato di truffa.
Le aree di parcheggio, soprattutto nelle grandi città e nelle aree metropolitane, sono molto spesso a pagamento. Nella maggior parte dei casi gli stalli di sosta sono delimitati da strisce di colore blu e le tariffe – orarie o giornaliere – sono riportate da apposita segnaletica (un pannello integrativo). Le porzioni di carreggiata delimitate da strisce bianche, invece, possono essere occupate gratuitamente, a meno che non vi sia una limitazione di tempo. Quest’ultima viene indicata da un segnale, per lo più un pannello integrativo allegato al simbolo che individua le aree di parcheggio.
Gli stalli gratuiti “a tempo”, ossia usufruibili senza il pagamento di alcuna tariffa solo per un certo lasso di tempo (in genere una o due ore) possono essere occupati lasciando una indicazione visibile dell’orario di arrivo. A tal proposito, gli automobilisti possono utilizzare un dispositivo analogico denominato disco orario. Si tratta di un disco di plastica (o di cartoncino) sul cui margine più esterno sono riportate le cifre di un orologio analogico; il disco è contenuto all’interno di un “portafoglio” e può ruotare attorno ad un perno. Su entrambe le facce del ha un puntatore: ruotando il disco e fermandolo con il puntatore sull’orario di arrivo, è possibile segnalare l’inizio della sosta del veicolo.
Questa procedura rappresenta un obbligo per il conducente, in base a quanto previsto dal comma 6 dell’articolo 157 del Codice della Strada che regolamenta l’arresto, la fermata e la sosta dei veicoli: “Nei luoghi ove la sosta è permessa per un tempo limitato è fatto obbligo ai conducenti di segnalare, in modo chiaramente visibile, l’orario in cui la sosta ha avuto inizio. Ove esiste il dispositivo di controllo della durata della sosta è fatto obbligo di porlo in funzione“.
Oltre a quello manuale esiste anche il disco orario automatico: vediamo di seguito di cosa si tratta e in quali casi il suo utilizzo è consentito.
Disco orario automatico: cos’è
In commercio possono essere facilmente reperiti vari tipi di dispositivi per la segnalazione dell’orario di inizio della sosta che si possono distinguere in due categorie principali:
- disco orario automatico;
- disco orario digitale.
Il disco automatico è dotato di un meccanismo a pila che fa muovere la lancetta e lo rende in tutto e per tutto identico ad un semplice orologio. Per mezzo di una piccola leva è possibile interrompere la corsa della lancetta, così da segnalare l’inizio dell’occupazione dello stallo.
I dispositivi digitali, invece, sono la versione più moderna dei dischi orari analogici in quanto sfruttano un piccolo display digitale per indicare l’ora da cui far decorrere l’inizio del parcheggio.
In entrambi i casi, il dispositivo va esposto sul cruscotto o in un altro punto in cui possa risultare ben visibile ai vigili o agli ausiliari del traffico durante i controlli.
Disco orario automatico legale oppure no?
Il disco orario elettronico è legale se viene utilizzato in maniera corretta e non per perpetrare una frode. In altre parole, quando il meccanismo a pila non viene disinnescato, spostando le lancette progressivamente (e quindi ritardando continuamente l’orario di inizio della sosta), l’automobilista commette una frode, in quanto usufruisce dello stallo di parcheggio per un tempo superiore a quello consentito.
Uno dei casi recenti di utilizzo del disco orario automatico illegale risale al ai primi di giugno del 2017. Come riportato da un articolo della versione online di Repubblica, tre “furbetti” sono stati individuati dalla Polizia locale di Como al termine di un’operazione durata alcuni giorni. Gli agenti, insospettiti dal fatto che tre auto non venissero mai spostate dagli stalli mentre il disco orario segnava sempre un orario congruente con il limite di 45 minuti “hanno scattato diverse foto alle tre auto, in particolare alle ruote, per certificare come i mezzi non venissero utilizzati“.
Il meccanismo a pila (un semplice orologio a batteria) veniva costantemente occultato da oggetti di uso comune, come ad esempio sciarpe o cappelli. La Polizia ha poi sequestrato i marchingegni e denunciato per truffa i tre automobilisti alla Procura di Como.
Un altro caso analogo si è registrato in provincia di Ravenna nel dicembre del 2018, con protagonista una donna mentre a febbraio 2019 è stato scoperto un altro automobilista che tentava di aggirare le disposizioni in materia di parcheggio a Madonna di Campiglio.
Disco orario automatico prezzi
Il disco orario automatico può essere facilmente reperito in commercio, soprattutto online (compresi i principali siti di e-commerce). La vendita di questo dispositivo, infatti, è perfettamente legale mentre non ne è consentito l’uso finalizzato alla truffa, come nei casi riportati in precedenza. Il costo di un disco orario automatico è piuttosto esiguo, in quanto oscilla tra i 50 centesimi e i 5 euro.
Disco orario automatico illegale: le possibili sanzioni
Dopo aver chiarito cosa si intenda per “disco orario automatico” ed aver illustrato alcuni casi di utilizzo improprio, è il caso di sottolineare quali siano le sanzioni che possono essere elevate contro chi utilizza questo dispositivo in maniera fraudolenta.
Si concretizza una violazione amministrativa quando il disco orario viene apposto su una vettura ferma in un’area di sosta che non sia a pagamento (oppure uno stallo che consenta di sostare gratuitamente solo per un certo lasso di tempo prima dell’inizio della tariffazione). Se il dispositivo non viene disattivato, di fatti l’automobilista infrange le disposizioni del Codice della Strada (articolo 157, comma 6) ed è passibile di sanzione. Secondo quanto disposto dal comma 8 dell’articolo 157 del Codice Stradale, la sanzione è costituita dal pagamento di una somma compresa tra 41 e 168 euro.
Se il dispositivo viene utilizzato per occupare abusivamente un’area di sosta a pagamento, si concretizza il reato di truffa, secondo quanto stabilito dall’articolo 640 del Codice Penale (è colpevole di truffa “chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno“). La pena prevista dal Codice Penale per questo tipo di reato consiste in una multa il cui importo va da 51 a 1.032 euro e la reclusione da sei mesi a tre anni.
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