Divario Nord e Sud tra i giovani: i dati dell'Istat
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Direttore: Alessandro Plateroti

Divario Nord e Sud tra i giovani: i dati dell’Istat

tramonto panoramica milano

Il divario tra Nord e Sud è ancora troppo ampio in Italia e questo riguarda soprattutto i giovani su vari livelli.

Nonostante l’obiettivo decennale di ridurre il divario tra Nord e Sud le divergenze tra le due parti di un paese sempre più spaccato sono evidenti e ancora troppo persistenti. Anche il Pnrr è intervenuto su questo aspetto dando priorità alla riduzione dei divari territoriali tra le due parti del paese e l’aumento delle opportunità per il futuro dei giovani che vivono in aree diverse. Come ha spiegato l’Istat il Mezzogiorno è ancora il territorio arretrato più esteso dell’Eurozona.

Il divario tra i giovani è rappresentato da cinque mappe di PagellaPolitica che ha rappresentato i dati Istat per dare una chiara idea del divario territoriale, concentrandosi soprattutto sui giovani. Partendo dal Pil, il prodotto interno lordo, la mappa mostra che nel 2021 in Italia il Pil pro capite era pari a 28,4mila euro: 33,4mila al centro-nord e 18,5mila al Sud. La regione più ricca è risultata il Trentino Alto-Adige con 40,9 mila euro mentre la più povera la Calabria con 16,2mila. Anche tra le più ricche c’è un forte divario tra nord e sud, la regione meridionale più ricca è l’Abruzzo con 24,4 mila circa 5mila euro in meno della più povera del Nord, la Liguria.

stazione ferrovia milano centrale
stazione ferrovia milano centrale

Livello di istruzione e tasso di occupazione

Un altro dato indicativo è il livello di istruzione. Nel 2020 in Italia era laureato il 26% della popolazione tra i 25 e i 49 anni, mentre il 47% si era fermato al diploma. Poco più di un italiano su quattro in quella fascia d’età dunque aveva al massimo la terza media. Il 28% della popolazione tra i 25 e i 49 anni nel Centro-Nord aveva una laurea o un titolo di studio superiore contro il 23% del Sud. Al Sud un cittadino su tre in quella fascia d’età aveva al massimo la licenza di terza media, solo il 25% nel centro-nord.

Netta la separazione della colorazione la mappa che riguarda il tasso di occupazione giovanile. Nel 2021 il tasso di occupazione giovanile, ovvero la fascia d’età tra i 25 e i 34 anni era pari al 62,6%. Nel Centro-Nord il 72,4% risultava occupato mentre al Sud al 45,7%: quasi 30 punti percentuali in meno. Le regioni con maggior tasso di occupazione al 76% sono Veneto e Friuli Venezia Giulia seguite da Trentino Emilia e Lombardia. Al di sotto del 50% di occupati ci sono Molise, Puglia, Calabria, Campania e Sicilia.

A livello provinciale il quadro è anche peggiore perché in tutte le province meridionali il tasso di occupazione è sotto la media nazionale. Al lato opposto ci sono province come Vicenza, Pordenone o Piacenza, dove arriva a essere superiore all’80%.

Emigrazione da Sud a Nord

Questo porta inevitabilmente ad un altro dato, quello dell’emigrazione dal Sud. Le differenze tra le macroaree sono molto marcate. Nel Nord arrivano più persone di quante vanno via, tasso di emigrazione medio nel centro mentre al Sud la disparità è del -15. I dati peggiori si registrano in Molise, Calabria e Basilicata con -20, mentre le regioni che attirano più emigrati sono l’Emilia-Romagna e la Lombardia. Nel complesso sono 24 le province con un tasso migratorio positivo (i più elevati sono a Bologna e Milano) e 83 quelle con un tasso negativo (i più bassi sono a Matera, Isernia e Reggio Calabria).

L’ultima mappa riguarda i servizi per l’infanzia attivati. In Italia sono il 59% dei comuni con una percentuale del 64,7% al Nord e 48,6% al sud. A livello regionale il 100% in Valle d’Aosta e 99% in Friuli mentre solo il 22,8 in Calabria e il 25,2% in Sardegna.

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ultimo aggiornamento: 27 Febbraio 2023 12:40

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