Cos’è il Documento Programmatico di Bilancio e quando deve essere inviato. Quali sono le differenze con la Legge di Bilancio.
Ogni ottobre si torna a parlare del Draft Budgetary Plan o Documento Programmatico di Bilancio, ossia il documento che i Paesi europei devono inviare a Bruxelles illustrando a grandi linee quelle che sono le intenzioni per la Legge di Bilancio, forse il provvedimento politico più importanti nel corso dell’anno almeno per quanto riguarda gli appuntamenti in agenda, quindi quelli fissi.
Cos’è il Documento Programmatico di Bilancio
Ma cos’è esattamente il Documento Programmatico di Bilancio? Si tratta del documento con il quale, attraverso tabelle, schemi, proiezioni e bilanci, i Paesi comunicano a Bruxelles il progetto per la Legge di Bilancio. Sostanzialmente si tratta di una sorta di dichiarazione di intenti. Di uno schema. Ma di uno schema ragionato e soprattutto fondato su numeri reali. Il Documento Programmatico di Bilancio, per quanto riguarda l’Italia, tiene conto delle stime dell’Istat e delle previsioni economiche più recenti. Questo per evitare che si presenti all’Unione europea un progetto sostanzialmente irrealizzabile per mancanza di fondi.
Le differenze con la Legge di Bilancio
La differenza sostanziale con la Legge di Bilancio è che il Dpb è un documento con il quale il governo illustra sommariamente i programmi, i progetti e il piano di investimenti per la Manovra economica. La Legge di Bilancio invece, come suggerisce il nome, è un ddl, un disegno di legge. Segue l’iter per l’approvazione ed entra in vigore dopo l’approvazione del Parlamento. A quel punto, con forza di legge, diventa vincolante.
Quando va presentato il Documento Programmatico di Bilancio
Come ricordato dal Mef, in base al regolamento dell’Unione europea, il documento deve essere inviato entro il 15 ottobre di ogni anno. In caso di ritardi non sono comunque previste sanzioni. E non è raro che uno o più Paesi presentino il documento in sensibile ritardo.
L’Ue può respingere il documento?
Raccolti tutti i piani, l’Unione europea si esprime sui progetti presentati. E l’Unione europea può bocciare il Documento. Basta andare indietro di qualche anno per avere una conferma. Nel 2018 Bruxelles ha respinto il documento presentato dal primo governo Conte ha chiesto all’Italia di inviare un nuovo documento.