Mascherine, Domenico Arcuri indagato per abuso d’ufficio e peculato

Mascherine, Domenico Arcuri indagato per abuso d’ufficio e peculato

Fornitura di mascherine dispositivi di protezione individuale, l’ex Commissario all’emergenza Domenico Arcuri indagato per abuso d’ufficio e peculato.

Nuovi problemi per l’ex commissario all’emergenza sanitaria Domenico Arcuri, indagato per peculato e abuso d’ufficio nell’inchiesta sulla fornitura di mascherine. In particolare, Arcuri è indagato per l’acquisto di 801 milioni di mascherine provenienti dalla Cina per 1,25 miliardi. L’operazione risale alla prima ondata di contagi da Covid 19. Lo rende noto l’ufficio stampa dell’Amministratore delegato di Invitalia specificando che i PM hanno già chiesto l’archiviazione.

Domenico Arcuri indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e peculato

Stando a quanto emerso nella mattinata del 18 ottobre, Domenico Arcuri è indagato dalla Procura di Roma nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Roma sulla fornitura di mascherine. L’ipotesi di reato per l’ex commissario all’emergenza Domenico Arcuri è quella di peculato e abuso d’ufficio.

A distanza di mesi, arriva la conferma della notizia pubblicata lo scorso mese di Aprile da La Verità. In quell’occasione Domenico Arcuri aveva fatto sapere di non essere a conoscenza della sua iscrizione nel registro degli indagati. Inoltra Arcuri aveva assicurato che “la struttura già preposta alla gestione dell’emergenza continueranno come da inizio indagine, a collaborare con le autorità inquirenti nonché a fornire loro ogni informazione utile allo svolgimento delle indagini“.

L’ufficio stampa di Arcuri ha comunicato l’ex commissario è stato ascoltato dai magistrati nella giornata del 16 ottobre e che i Pm hanno chiesto l’archiviazione.

Mascherine coronavirus

L’inchiesta sulle mascherine cinesi

L’inchiesta si concentra sulla fornitura di un considerevole quantitativo di mascherine che si sarebbero poi rivelate non efficaci contro il Covid. Parliamo di una fornitura di 800 milioni circa di mascherine per un’operazione dal valore di più di un miliardo di euro. La struttura commissariale aveva acquistato le mascherine da tre consorzi cinesi. All’operazione hanno partecipato anche aziende italiane che hanno svolto un lavoro di mediazione. Lavoro ovviamente retribuito.

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