Una 26enne del New Jersey ha cercato di ingaggiare un sicario conosciuto su un app per uccidere il suo ex, un poliziotto, e la figlia 19enne.
Le app di incontri, nate con l’intento di favorire relazioni e conoscenze, sono diventate strumenti comuni nella vita quotidiana. Tuttavia, la fiducia concessa a perfetti sconosciuti può talvolta sfociare in scenari drammatici. Non è raro che queste piattaforme vengano utilizzate anche per motivi ben lontani dall’amore. Alcuni casi recenti, infatti, hanno mostrato un lato oscuro di queste applicazioni, usate per truffe, ricatti o addirittura per organizzare crimini.
Quando l’amore finisce in modo pericoloso
In questo contesto inquietante, il confine tra il virtuale e la realtà può dissolversi rapidamente. La tecnologia, seppur utile, può trasformarsi in uno strumento pericoloso se finisce nelle mani sbagliate. Ed è proprio ciò che è accaduto recentemente nel New Jersey, in un caso che ha lasciato sgomenta l’opinione pubblica.
Un piano criminale nato su un app di incontri
Il 3 aprile 2025, la Procura della Contea di Camden ha ricevuto una segnalazione su un presunto piano di omicidio su commissione. La protagonista è Jaclyn Diiorio, una donna di 26 anni, accusata di aver cercato un sicario attraverso un app di incontri. L’obiettivo? Uccidere il suo ex fidanzato, un poliziotto 53enne del Dipartimento di Polizia di Philadelphia, e la figlia di lui, appena 19enne.
Secondo la denuncia penale, Diiorio avrebbe offerto 12.000 dollari a un informatore confidenziale conosciuto sull’app. L’accordo prevedeva 500 dollari in anticipo, consegnati il giorno successivo, il 4 aprile, durante un incontro di persona. Dopo la transazione, la polizia di Gloucester Township è intervenuta, arrestando Diiorio e trovandola in possesso di una bottiglia di pillole sospette (probabilmente alprazolam).
Il suo ex aveva chiuso la relazione circa un mese prima, il 6 marzo. Ora, Diiorio è detenuta con accuse gravissime: due tentati omicidi di primo grado, cospirazione per omicidio e possesso di sostanze controllate. L’udienza per la detenzione è fissata per il 9 aprile.
Un caso che dimostra quanto una semplice app di incontri possa trasformarsi in un canale per progetti criminali, e quanto sia fondamentale mantenere alta l’attenzione nella vita digitale.
