Il presidente della WADA chiarisce le differenze tra i casi di Jannik Sinner e Iga Swiatek, sottolineando la responsabilità degli atleti nel controllo del proprio staff.
Negli ultimi mesi, due dei migliori tennisti al mondo, Jannik Sinner e Iga Swiatek, sono stati coinvolti in situazioni legate a sostanze vietate. Nonostante entrambi abbiano visto il proprio nome associato a controlli antidoping, la WADA (Agenzia mondiale antidoping) ha trattato le due vicende in maniera differente, scatenando dibattiti e perplessità tra tifosi e addetti ai lavori.
![Jannik Sinner](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2024/02/IM_Jannik_Sinner.jpg)
Due casi a confronto: perché il trattamento è diverso?
La questione nasce dalla presenza di sostanze vietate nei test dei due atleti. Iga Swiatek è risultata positiva alla trimetazidina, una sostanza trovata in tracce minime in un farmaco contenente melatonina. Questo ha portato la WADA a ritenere il caso frutto di una contaminazione accidentale e a non procedere con una squalifica.
Diverso, invece, il discorso per Jannik Sinner, il cui test ha rilevato la presenza di clostebol, uno steroide anabolizzante. La sostanza sarebbe stata trasmessa attraverso un unguento utilizzato dal suo fisioterapista Giacomo Naldi, successivamente licenziato.
Interpellato dal sito polacco Rz, il presidente della WADA, Witold Banka, ha chiarito la posizione dell’agenzia sulle due situazioni:
“I casi che hanno visto coinvolti i tennisti Iga Swiatek e Jannik Sinner sono completamente diversi e non possono essere confrontati. Sia le sostanze (trimetazidina e clostebol, ndr), sia le circostanze sono diverse.”
La responsabilità oggettiva degli atleti
Ciò che distingue il caso di Sinner è il principio della responsabilità oggettiva, secondo cui un atleta deve rispondere anche per eventuali errori o negligenze commesse dal proprio entourage. Banka ha ribadito questo concetto in modo chiaro:
“Un atleta professionista è responsabile anche delle azioni del suo staff e questa è la quintessenza dell’antidoping.”
Riguardo alla differenza tra i due casi, il presidente della WADA ha aggiunto:
“Abbiamo preso entrambe le decisioni dopo aver chiesto il parere di un esperto esterno. La procedura da parte della WADA è stata la stessa utilizzata in qualsiasi altro caso disciplinare.”
Infine, Banka ha sottolineato la diversità delle sostanze coinvolte:
“La decisione del licenziamento è sostanziale e basata su premesse razionali. Inoltre, una traccia di trimetazidina in un medicinale contenente melatonina, come nel caso di Swiatek, è una cosa, mentre lo steroide contenuto nell’unguento utilizzato dal suo stretto collaboratore è un’altra. L’unica cosa che accomuna questi casi è il fatto che stiamo parlando di due dei migliori tennisti del mondo.”
La posizione della WADA è dunque chiara: il caso di Swiatek è stato considerato un’eventuale contaminazione accidentale, mentre quello di Sinner rientra nella responsabilità dell’atleta per la gestione del proprio staff. Una distinzione che potrebbe avere conseguenze decisive sul futuro sportivo del campione italiano.