La chiave d’oro di Pompei, donata a Gennaro Sangiuliano, è scomparsa: pagata 12 mila euro, è al centro di un’indagine della Corte dei Conti.
Non solo “problemi” a causa dell’annuncio di Maria Rosaria Boccia: la chiave d’oro donata a Gennaro Sangiuliano dal Comune di Pompei ha dato il via a un’indagine della Corte dei Conti e della Procura di Torre Annunziata. Il prezioso monile, valutato circa 12 mila euro, è stato regolarmente pagato dall’ex ministro della Cultura, ma di esso si sono perse le tracce.
![L'ex ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano](https://newsmondo.it/wp-content/uploads/2024/09/GI_Gennaro_Sangiuliano.jpg)
La chiave scomparsa e il pagamento di Sangiuliano
Il 23 luglio 2024, durante una cerimonia ufficiale come riportato da Open, il sindaco di Pompei consegnò all’allora ministro della Cultura una chiave d’oro con pietre preziose. L’oggetto era stato acquistato dalla gioielleria Vitiello e – a quanto pare – inizialmente Gennaro Sangiuliano non ne conosceva il valore reale.
Solo a settembre – dopo aver scoperto che il dono non era una semplice riproduzione simbolica ma un oggetto dal costo significativo – l’ex ministro ha versato di tasca propria i 12 mila euro richiesti per regolarizzare la posizione ed evitare problemi legati ai regali istituzionali.
Tuttavia, nonostante il pagamento, la chiave non è mai arrivata nelle mani del ministro. L’ex ministro, rientrato a Roma dopo la cerimonia, si sarebbe accorto che tra i ricordi ufficiali dell’evento mancava proprio il prezioso omaggio. A distanza di mesi – la chiave risulta introvabile – mentre la Corte dei Conti ha avviato un’indagine per chiarire i dettagli della sua acquisizione e utilizzo dei fondi pubblici.
Le indagini e le accuse della Corte dei Conti
Il caso, aggiunge Open, ha assunto una piega ancora più complessa con l’intervento della procura di Torre Annunziata. Quest’ultima sta indagando sulla gestione degli acquisti da parte del Comune di Pompei. Oltre alla chiave destinata all’ex ministro Gennaro Sangiuliano, sotto la lente d’ingrandimento ci sono altri tre doni di valore. Un’altra chiave all’ex ministro Dario Franceschini, un rosario d’oro al vescovo Tommaso Caputo e un orologio di lusso per l’ex direttore degli scavi di Pompei, Massimo Osanna.
I magistrati contestano non solo l’eccessiva spesa pubblica per questi omaggi, ma anche la loro finalità. Secondo gli inquirenti, più che promuovere Pompei, avrebbero contribuito a rafforzare l’immagine del sindaco Lo Sapio.
“Un’onorificenza deve avere un valore in sé“, si è difeso il primo cittadino. Aggiungendo che “le attività dei dirigenti responsabili dei settori del Comune di Pompei sono sempre eseguite su precise disposizioni da me impartite“.
A pesare ulteriormente sulla vicenda è la modalità d’acquisto della chiave e dell’orologio, che secondo l0indagine non avrebbero rispettato il principio di rotazione negli appalti diretti superiori ai 5 mila euro. Inoltre, la fattura per questi oggetti sarebbe stata emessa direttamente alla tipografia che ha realizzato i biglietti della cerimonia del 2022, e non al Comune.
Mentre la magistratura prosegue il suo lavoro per chiarire ogni dettaglio, resta irrisolto l’enigma principale: che fine ha fatto la chiave d’oro di Sangiuliano?