Il premier Draghi ha parlato delle nuove forme della mafia al trentennale della Dia.
Al 30esimo anniversario della Dia – direzione investigativa antimafia – il presidente del Consiglio Mario Draghi ha sottolineato quanto in questi anni la mafia sia cambiata e si sia infiltrata nei poteri alti. Per questo, bisogna fare di tutto per proteggere i fondi del Pnrr.
«Per proteggere i fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza semplifichiamo le procedure, miglioriamo il sistema di contrasto alle infiltrazioni, rafforziamo i controlli. Ampliamo gli strumenti a disposizione dei prefetti, come la prevenzione collaborativa, senza creare nuovi ostacoli per le imprese». Dichiara così il premier al convegno milanese per la Dia. “Lo facciamo per difendere la straordinaria opportunità che il Pnrr ci offre, la nostra credibilità verso i cittadini e i partner europei».
Le nuove forme della mafia
La mafia non è più quella di trent’anni fa, «non viviamo più l’incubo dello stragismo, del terrorismo di stampo mafioso”, ma “ha assunto nuove forme, altrettanto temibili“. La mafia oggi agisce più di soppiatto, infiltrandosi nei consigli di amministrazione, nelle aziende che conducono traffici illeciti – al Nord e nel Mezzogiorno, ha dichiarato il premier Draghi. “Inquinano il tessuto economico, dal settore immobiliare al commercio all’ingrosso. Controllano il territorio con la violenza, soffocano la libera concorrenza» ha spiegato il presidente del Consiglio. Per questo dobbiamo seguire l’insegnamento di Falcone di “seguire la traccia dei soldi” per proteggere la nostra economia e i cittadini.
Poi Draghi spiega la nuova faccia della mafia che non si nasconde solo al Sud come si credeva trent’anni fa. Ora le mafie sono radicate anche al Nord, soprattutto la ‘ndrangheta calabrese. Nelle regioni come Lombardia, Piemonte, Liguria, Veneto, Valle d’Aosta, Trentino Aldo Adige che si credevano immuni da questo fenomeno, si è radicata la “mafia imprenditrice”. La mafia «si impossessa di aziende in difficoltà, si espande in nuovi settori, ricicla denaro sporco, rende inefficaci i servizi, danneggia l’ambiente». Per questo «il contrasto alla criminalità organizzata non è solo necessario per la nostra sicurezza, è fondamentale per costruire una società più giusta».
Il piano del governo per eradicare il fenomeno
Per Draghi, la soluzione per sconfiggere la mafia è essere più presente dove manca, dove, appunto, nasce e cresce la mafia provando a sostituirsi alle istituzioni. Per questo bisogna migliorare i servizi, le reti di assistenza sociale, “favorire l’occupazione, soprattutto tra i più giovani, creare opportunità, rafforzare i legami sociali, a partire dai contesti più marginali e svantaggiati.” Questi sono gli obiettivi del governo “in cima alle nostre priorità” ha assicurato il capo dell’esecutivo.
Il premier ha voluto celebrare la professionalità e l’eroismo dei magistrati Falcone e Borsellino e degli agenti che hanno lavorato con loro. Ma, sottolinea, Draghi «nel lungo termine la lotta alla mafia non si può reggere solo sul coraggio dei singoli». Piuttosto è necessaria una “cultura della legalità”, solo così si può sconfiggere la mafia e si fonda sullo sviluppo economico, sul lavoro e sulla fiducia nelle istituzioni.