Scontri a Roma, il premier Mario Draghi valuta lo scioglimento di Forza Nuova con un decreto. Salvini contrario, il Viminale teme le ripercussioni.
Dopo aver condannato le violenze dei manifestanti e dopo aver mandato un segnale visitando la sede della Cgil presa d’assalto negli scontri a Roma del 9 ottobre, il Presidente del Consiglio Mario Draghi valuta lo scioglimento di Forza nuova, tema caldo degli ultimi giorni.
La richiesta di sciogliere il movimento di estrema destra applicando la legge Scelba è arrivata sia dai sindacati che da diverse forze politiche. Hanno presentato una richiesta formale il Partito democratico, Italia Viva e Psi, che vogliono portare la discussione in Parlamento. Giuseppe Conte ha fatto sapere che il Movimento 5 Stelle condivide la causa ed è pronto a sostenerla. Ma il panorama politico è spaccato. Il fronte del Centrodestra si muove autonomamente e propone lo scioglimento di tutti i movimenti che abbracciano gli estremismi. Sia a destra che a sinistra. Si tratta di un tentativo di riequilibrare la situazione.
E mentre prosegue il dibattito politico, il premier Draghi si prepara a consultare giuristi e costituzionalisti per capire se effettivamente ci siano i margini per procedere con lo scioglimento di Forza Nuova magari con un decreto legge del governo.
Il premier Mario Draghi valuta lo scioglimento di Forza Nuova con un decreto legge del governo
Stando a quanto emerso negli ultimi giorni, il Presidente del Consiglio starebbe valutando l’ipotesi di sciogliere Forza Nuova con un decreto del governo. Una decisione forte che però potrebbe alimentare la tensione nelle piazze. E potrebbe portare ad una spaccatura nella maggioranza di governo, con la Lega che potrebbe tirarsi indietro e ricompattarsi con Fratelli d’Italia, unico partito all’opposizione e da molti considerato come unico punto di riferimento del Centrodestra.
Secondo alcuni esperti ci sono i presupposti perché Draghi possa muoversi autonomamente sciogliendo Forza Nuova con un decreto. La legittimazione sarebbe proprio nella legge Scelba, che prevede lo scioglimento di movimenti che fanno ricorso alla violenza o denigrano la democrazia e/o le sue istituzioni.
Ma la legittimazione giuridico-legale non basta. Draghi sa bene che nella storia d’Italia nessun partito o movimento è mai stato sciolto con un decreto legge.
Il problema politico
C’è poi un problema politico. Il leader della Lega Matteo Salvini ha fatto sapere di essere contrario all’ipotesi di un decreto legge del governo per lo scioglimento di Forza Nuova. Ma la sensazione è molto dipenderà da cosa accadrà nei prossimi giorni. Se i manifestanti dovessero tornare ad assediare Roma, per Draghi la scelta sarebbe inevitabile. A quel punto la Lega si troverebbe sotto scacco. Sostenere il governo significherebbe perdere voti a destra, non sostenerlo significherebbe perdere voti dai moderati e offrire il fianco alle critiche.
Il Viminale teme la piazza
L’ipotesi del decreto non convince appieno neanche il Viminale, che teme disordini nelle piazze. Dopo il fermo dei leader del movimento, lo scioglimento di Forza Nuova potrebbe infiammare le proteste che a quel punto potrebbero essere difficili da contenere.