Si prevede un aumento delle pensioni nel 2023, secondo alcuni dati stimati dalla Bce. Si tratta comunque di stime provvisorie.
A seguito dell’inflazione che ad oggi dilaga, la rivalutazione potrebbe portare ad un incremento degli assegni pensionistici nel prossimo anno. Si tratta comunque di stime ipotetiche. Le pensioni potrebbero quindi aumentare l’anno prossimo.
Il meccanismo di rivalutazione delle pensioni
Ciò grazie al meccanismo della rivalutazione delle pensioni. Si tratta di una conseguenza diretta dell’inflazione in forte aumento. Nel 2023, il Governo dovrebbe sborsare una cifra tra i 10 e i 12 miliardi a causa dell’inflazione. Le stime di gennaio del 2022, prevedevano un incremento dell’1,7%. Il valore definitivo dell’incremento è stato poi all’1,9%. La differenza verrà colmata con un conguaglio nel prossimo anno.
Le cifre stimate per il 2023 sono di molto superiori rispetto a quelle del 2022. Secondo le stime della Bce il tasso di inflazione per il 2022 sarà del 6,8%. Secondo il meccanismo di rivalutazione si tiene conto della variazione positiva dell’inflazione rispetto all’anno precedente. Si ipotizza quindi che un incremento triplicato possa produrre un importante incremento mensile per gli assegni pensionistici e per i trattamenti assistenziali. Ad esempio l’assegno sociale e le pensioni d’invalidità civile.
Come funziona il meccanismo dell’incremento
L’ipotetico incremento dell’assegno pensionistico non è uguale per tutti. Secondo il meccanismo il tasso di rivalutazione viene applicato per intero soltanto su alcuni trattamenti previdenziali. Nella fattispecie, in quelli con importo a quattro volte il trattamento minimo.
Per questo motivo, aumentando il reddito scende proporzionalmente la percentuale utilizzata. Il meccanismo è il seguente: rivalutazione al 100% per le pensioni fino a 4 volte il minimo (ovvero 2.062 euro lordi), al 90% sulla quota di pensione tra quattro e cinque volte il minimo (fascia tra 2.062 e 2.577,90 euro) e del 75% sulle pensioni oltre cinque volte la quota minima.