Il settimanale londinese fa un’analisi sugli effetti provocati dalla guerra in Ucraina sul governo italiano.
La crisi di governo millantata a più riprese dal Movimento 5 stelle di Conte porta i paesi europei a un’attenta analisi sul passato di questo M5s e delle sue simpatie nei confronti della Russia di Putin. E’ il centro dell’analisi anche del settimanale economico britannico che scrive un articolo proprio sugli effetti che la guerra russa in Ucraina ha provocato sul governo italiano.
“Il governo Draghi ha sostenuto le sanzioni contro la Russia, decisione dal risvolto doloroso per sua stessa economia, e ha fornito armi all’Ucraina, anche se non si sa bene fin quando lo farà. Queste scelte hanno spaccato il Movimento 5 Stelle, che fa parte della coalizione di governo e che già nel 2014 aveva contestato le sanzioni contro Mosca per l’annessione della Crimea” scrive l’Economist. L’opposizione all’invio di armi non ha sconvolto solo il governo italiano a quanto pare ma anche all’estero.
L’analisi dell’Economist della politica italiana
“Nelle ultime settimane l’ex presidente del Consiglio e attuale capo politico dei 5 Stelle Giuseppe Conte ha criticato l’invio di armi a Kiev, mentre una minoranza che include il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha continuato a sostenere la linea del Governo”. Poi il settimanale prosegue con l’analisi della crisi interna al M5s tra Conte e Di Maio avvenuta prima del consiglio europeo di giugno.
In quell’occasione, ricorda l’Economist “l’esecutivo dell’M5S aveva rimproverato a Di Maio una posizione ‘da falco’. Ora c’è da capire le vere intenzioni di Conte secondo il settimanale britannico. “Resta da vedere se Conte vorrà uscire prossimamente dalla coalizione. Le divisioni interne nei 5 Stelle non sono una buona notizia soltanto per il sostegno politico italiano all’Ucraina. Ha infatti ripercussioni sulla linea di Enrico Letta, che considera l’alleanza con i 5 Stelle l’ostacolo principale per l’estrema destra di andare al governo con le prossime elezioni”.
L’Economist non può fare a meno di sottolineare quanto il governo gialloverde del 2018 fosse vicino a Putin ricordando “l’appoggio a Putin di Giuseppe Conte, quando, fra il 2018 e il 2019, era premier di una coalizione formata da M5S e Lega. Bisognerà vedere che cosa deciderà di fare l’ex presidente del Consiglio” nei prossimi giorni ovvero “se vorrà far uscire” dalla maggioranza “gli esponenti di governo” del Movimento. Ed è questa la domanda che ci facciamo tutti, in Italia e non.