Elezioni: scoppia il caso confronti tv

Elezioni: scoppia il caso confronti tv

Il confronto tra Letta e Meloni a Porta a Porta irrita Calenda.

Il leader di Azione aveva chiesto un confronto a quattro tra i principali leader: Meloni, Letta, Calenda e Conte. Ma la notizia del confronto tv a Porta a Porta solamente tra Enrico Letta e Giorgia Meloni il 22 settembre agita i partiti e soprattutto Carlo Calenda. “Neanche in Russia la televisione pubblica organizzerebbe un confronto due giorni prima del silenzio elettorale escludendo due coalizioni” attacca con un tweet il leader di Azione che chiede l’intervento di Agcom, Cda Rai e Fuortes.

“Vogliono continuare questa stucchevole telenovela Sandra e Raimondo” incalza Calenda. Arriva la replica da parte dei due. Letta chiarisce che il vis-a-vis è l’unico confronto elettorale possibile perché “quello che si delinea è uno schema bipolare”. I due maggiori partiti infatti sono Pd e Fratelli d’Italia, infatti il segretario dem ha riconosciuto sempre un’unica avversaria. E viceversa.

Carlo Calenda

Porta a Porta cerca di placare gli animi

Ma Calenda non ci sta e continua: “Accettare diktat da due dei quattro leader delle coalizioni è una violazione della parità di trattamento che i media offrono in ogni paese democratico. E al di là degli aspetti legali dovrebbero essere per primi giornali/televisioni a non chinare la testa davanti a queste pretese. Chiediamo pertanto formalmente al Corriere e alla Rai di organizzare un confronto a quattro e di non sottostare a richieste inaccettabili da parte di Meloni e Letta che ledono la democrazia“.

“Abbiamo ricevuto tante e autorevoli richieste. I tempi ristrettissimi della campagna però ci hanno obbligato a una scelta secca: un solo confronto in tv e uno solo per carta stampata e web”, spiegano gli organizzatori. Poi un comunicato di Porta a Porta arriva a placare gli animi chiarendo che anche altri leader saranno invitati alla prima serata del 22 e saranno intervistati per mezz’ora: Salvini, Conte, Di Maio Berlusconi e Calenda. Ma non si fermano le polemiche perché insorgono anche Fratoianni e Bonelli dicendo che questo schema viola la par condicio.

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