Il nuovo emendamento “anti-Renzi”: che cos’è e cosa rischia l’ex premier

Il nuovo emendamento “anti-Renzi”: che cos’è e cosa rischia l’ex premier

Emendamento “anti-Renzi” con la Legge di Bilancio: un nuovo limite sui compensi da enti esteri potrebbe prendere di mira l’ex premier.

Negli ultimi giorni, la proposta di emendamento alla Legge di Bilancio, firmata da una deputata di Fratelli d’Italia sembra puntare direttamente al leader di Italia Viva, Matteo Renzi.

L’emendamento propone di fissare un tetto massimo di 50.000 euro annui per i compensi percepiti da ministri, parlamentari e altri rappresentanti istituzionali italiani per attività svolte per soggetti con sede all’estero.

Tale limite è mirato a evitare “conflitti di interesse” e garantire maggiore trasparenza sui guadagni dei politici italiani.

Matteo Renzi

L’emendamento e il caso Renzi

Matteo Renzi – come riportato da Today.it – con un reddito annuo di oltre 3 milioni di euro, è uno dei più noti esponenti politici a intrattenere rapporti professionali con enti esteri.

Tra i suoi incarichi più discussi, quello di membro del board of trustees del FII Institute, organizzazione promossa dal principe saudita Mohammad Bin Salman.

Proprio questo tipo di collaborazione è al centro dell’emendamento, che limiterebbe notevolmente la possibilità per politici di ottenere compensi elevati da enti stranieri. La proposta, secondo molti, sembra essere “tagliata su misura” per impedire all’ex premier di proseguire con simili attività.

I componenti del governo, i parlamentari della Repubblica, i presidenti di Regione e delle province autonome di Trento e di Bolzano, e i componenti del Parlamento europeo spettanti all’Italia, non possono percepire compensi annui lordi superiori, complessivamente, a 50 mila euro, se derivanti dallo svolgimento di attività di qualsiasi tipo svolte nei confronti di soggetti non aventi sede legale nel territorio dello Stato“, recita il testo della norma.

L’intervento di Giuseppe Conte

A sorpresa, anche il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha espresso perplessità sull’iniziativa, sottolineando che potrebbe trattarsi di una mossa “di distrazione“.

Pur essendo lui stesso fautore di proposte contro i conflitti di interesse, ha osservato come il centrodestra non abbia dato seguito a una proposta M5S simile e più ampia sul tema. “Questo è un tema fondamentale: se qualcuno vuole fare sul serio, noi ci siamo“, ha concluso.