Il governo prepara una nuova serie di restrizioni dopo il 7 gennaio per gestire l’emergenza coronavirus per scongiurare il rischio della terza ondata.
Il governo prepara la stretta per fronteggiare l’emergenza coronavirus e non sembra intenzionato a mollare la presa. Anzi, almeno fino al 15 gennaio dovrebbero essere mantenute molte delle restrizioni attualmente in vigore. Il 6 gennaio scade il decreto di Natale, quello del 18 dicembre con il quale il governo ha disposto la zona rossa a livello nazionale nei giorni festivi e prefestivi. Il 15 gennaio scade invece il dpcm dello scorso 3 dicembre, decisamente più blando per quanto riguarda le restrizioni. Il governo pensa quindi ad un provvedimento che possa fare da ponte dal 7 al 15 gennaio per poi procedere come di consueto con un nuovo dpcm.
Emergenza coronavirus in Italia, nuove restrizioni dopo il 7 gennaio
E così, mentre molti pregustavano la zona gialla, le prime gite fuori regione e una scampagnata in montagna, dopo l’Epifania l’Italia dovrebbe tornare ad essere zona Arancione. E non si esclude che possa essere istituita la zona Rossa nel fine settimana.
L’indice Rt
Inoltre il Ministero della Salute e il Comitato Tecnico Scientifico lavorano alla revisione dei parametri per definire l’area di rischio. Da metà gennaio si tornerà alla divisione dell’Italia in zona Gialla, Arancione e Rossa, ma si dovrebbe procedere con una modifica dei parametri e delle regole. In poche parole sarà più facile passare in zona Arancione o Rossa e saranno disposte restrizioni più stringenti anche in Zona Gialla. Per quanto riguarda i parametri, dovrebbero entrare in zona Arancione le Regioni con Rt pari a 1, mentre le Regioni con Rt pari a 1,25 dovrebbero passare in Zona Rossa.
Le restrizioni: divieto di spostamento tra le Regioni e chiusura di bar e ristoranti. Ipotesi del coprifuoco dalle 20:00
Si valuta la possibilità di prorogare il divieto di spostamento tra le regioni a prescindere dal colore, ma per un provvedimento del genere serve un decreto legge. In caso di limitazioni anche a livello Comunale, come in zona Rossa, nella quale non è possibile uscire di casa, si potrebbe confermare la deroga di Natale. Quindi si potrebbe uscire nel limite massimo di due persone per andare a fare visita ad un parente o ad un amico. Tra le proposte al vaglio c’è quella di anticipare il coprifuoco alle ore 20:00. Una decisione senza dubbio dura ma che non cambierebbe di molto la situazione epidemiologica. Non è un provvedimento in grado di piegare la curva dei contagi ma sicuramente sarebbe in grado di piegare il morale degli italiani. Il gioco non vale la candela e la proposta dovrebbe essere respinta.
La zona Bianca per le riaperture
Il governo consapevole però di non poter barricare l’Italia in attesa dell’immunità di gregge, anche perché i tempi della vaccinazione non sono proprio celeri. Si pensa quindi alla riapertura di musei, teatri, cinema e palestre dopo il 15 gennaio. Le riaperture potrebbero essere consentite in Zona Bianca, una quarta area dove rientrerebbero le Regioni a minor rischio epidemiologico.
Emergenza coronavirus, cosa cambia dal 7 gennaio
Il nuovo calendari ipotizzato prevede il passaggio dell’Italia in zona gialla il 7 e l’8 gennaio. In questi due giorni si procederebbe con la riapertura delle scuole superiori per la didattica in presenza al 50%, come confermato dal premier Giuseppe Conte.
Il 9 e il 10 gennaio l’Italia sarebbe in zona Arancione. Sarebbero quindi consentiti gli spostamenti all’interno del proprio Comune ma sarebbero costretti alla chiusura i bar e i ristoranti. I negozi saranno aperti mentre i centri commerciali dovrebbero tenere le saracinesche abbassate.
Dall’11 al 15 gennaio si tornerebbe invece alla divisione dell’Italia in zone di rischio, quindi ogni Regione seguirà le regole che vigono nella propria area di appartenenza.
Cosa cambia dal 15 gennaio
Dopo il 15 gennaio c’è un grande punto interrogativo. Con ogni probabilità il governo confermerà il sistema a zone ma potrebbe procedere con una stretta per quanto riguarda le norme a livello nazionale, disponendo quindi misure più restrittive anche per la zona gialla.